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La moda deve cambiare: i 33 obiettivi per un sistema più giusto ed equo

Non si tratta semplicemente di qualche ritocco, ma di una transizione verso un nuovo sistema operativo. Ecco perchè la moda deve assolutamente cambiare. Gli obiettivi definiti da Public Eye.

Il sistema della moda ha chiaramente bisogno di una revisione radicale. Tessile, pelletteria e calzature sono tra le industrie più inquinanti e dove si riscontra uno sfruttamento diffuso della manodopera a basso costo. L’organizzazione svizzera Public Eye ne parla da anni.

In una recente indagine, l’organizzazione svedese è andata a fondo sulle condizione dei lavoratori all’interno degli impianti di produzione del noto brand di fast fashion Shein, situati a ovest del villaggio di Nancun, nell’area di Guangzhou, nel sud della Cina.

Nella prima indagine del 2021 erano già emerse condizioni disumane di lavoro nelle fabbriche fornitrici e l’azienda si era impegnata a introdurre nuove regole per migliorare il benessere degli operai. Public Eye la scorsa estate è tornata a intervistare tredici dipendenti di sei fabbriche che riforniscono Shein per verificare cosa fosse cambiato. Il risultato? Ci sono ancora operai che cuciono vestiti anche per più di dodici ore al giorno, per sei o sette giorni a settimana, e solo un giorno libero al mese.

Cosa troviamo nel rapporto “One Earth fashion”

La moda deve cambiare. Così nel nuovo report “One-Earth Fashion“, Public Eye definisce 33 obiettivi di trasformazione “per un sistema moda equo entro i confini planetari“. 

Minore utilizzo di risorse ed energia, produzione e consumo più lenti, lavoro dignitoso e una distribuzione più equa del valore economico: queste devono diventare le nuove tendenze della moda per un clima vivibile e un futuro giusto sulla Terra. Non si tratta semplicemente di qualche ritocco, ma di una transizione verso un nuovo sistema operativo.

Ci rivolgiamo a tutti coloro che credono che un sistema di moda migliore, più giusto ed ecologicamente valido sia possibile: attivisti sociali e promotori di campagne, lavoratori e sindacati, consumatori esigenti e politici, imprenditori e dirigenti aziendali responsabili, designer e ricercatori con uno scopo e molti altri che stanno già tessendo i fili di questa trasformazione o che vogliono contribuire a questa revisione“, scrive Public Eye.

In tutto il rapporto, i lettori troveranno note con idee concrete per una regolamentazione efficace e i primi passi che le aziende potrebbero e dovrebbero compiere.

Definisce 33 obiettivi concreti di trasformazione per il 2030 in 12 aree chiave. Per ogni area viene delienato prima un obiettivo di trasformazione generale, una visione di come dovrebbe apparire un sistema di moda equo, entro i confini planetari, in ogni area prioritaria.

QUI il rapporto completo One Earth fashion di Public Eye

 

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Industria calzaturiera, il lato oscuro delle sneakers

Se il fenomeno del fast fashion e l’industria della moda rappresentano sempre più un problema per l’ambiente, non è da meno l’industria calzaturiera.

Parlando di impatto ambientale, la produzione di sneakers pesa per l’1,4 per cento sulle emissioni globali di gas serra. Inoltre, ogni anno vengono prodotte più di 24 miliardi di paia di scarpe e il 90% finisce nelle discariche, dal momento che per lo più sono difficili da riciclare. Adidas, tra i più noti brand del settore, è stato accusato di deforestazione e sfruttamento dei lavoratori.

Le grandi aziende sono in grado di mandare al macero prodotti nuovi invenduti piuttosto che scontarli. Nel 2017 il noto brand di moda low cost H&M finì sotto accusa per lo scandalo dei vestiti bruciati. Il problema di brand come H&M e del modello di fast fashion è l’idea che, se qualcosa non è più di moda, allora non può più essere venduto.

E per apparire “sostenibili”, molte aziende dicono di riciclare i loro prodotti, ma a volte, come nel caso delle scarpe, accade che da materiali invenduti e bruciati vengono poi riciclati in altri prodotti. Da qui l’ipocrisia del riciclo, o quello che più propriamente oggi viene chiamato greenwashing.

Ve lo spieghiamo in questo magazine di TeleAmbiente, “Il lato oscuro delle sneakers”.

L’articolo La moda deve cambiare: i 33 obiettivi per un sistema più giusto ed equo proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.

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