Aumenta il prezzo della benzina e ciò si ripercuote anche sull’export italiano. Il 40% del cibo e delle bevande italiane spedite all’estero viaggia su strada. Un’analisi di Coldiretti su dati Istat mette in evidenza i numeri per sottolineare come la filiera, che nel 2024 ha goduto di un’espansione record pari a 70 miliardi, stia soffrendo a causa dei rincari.
“Gli aumenti dei prezzi della benzina rischiano di peggiorare ulteriormente – fa sapere Coldiretti – una situazione che vede già i costi del trasporto di cibi e bevande incidere per circa il doppio rispetto alla media generale di tutti gli altri prodotti che viaggiano su strada e via mare, mentre, è pari al triplo per la logistica ferroviaria e 5 volte quella dei trasporti aerei secondo un’analisi del Centro Studi Divulga”.
L’aumento del prezzo del #carburante pesa anche sull’export agroalimentare, con quasi il 40% dei cibi e delle bevande Made in Italy spediti all’estero che viaggia su strada
— Coldiretti (@coldiretti) January 10, 2025
Sul recente aumento della benzina peserebbe l’aumento dei costi di miscelazione dei biocarburanti. Aumento che il Codacons considera ingiustificato. Codacons teme adesso che “sugli italiani si stiano per abbattere rincari speculativi di inizio anno che interesseranno non solo i carburanti, ma anche le bollette di luce e gas, nonostante non vi siano al momento elementi concreti in grado di determinare una crescita di prezzi e tariffe. Rincari che, se non fermati per tempo, aggraveranno la spesa energetica degli italiani, influendo sulla capacità di acquisto dei cittadini e sulla propensione ai consumi.“.
Il vero problema è il ritardo infrastrutturale che penalizza l’Italia rispetto a gli altri Paesi europei. In valore il trasporto stradale è pari a circa 140 euro a tonnellata, due volte quello del trasporto ferroviario (67 euro/ton). I prodotti agroalimentari sono in gran parte deperibili e prodotti in tantissimi punti del Paese, per questo necessiterebbero di una rete di trasporti capillare e moderna. Nel nostro Paese però, ricorda Coldiretti, “per il settore ortofrutticolo i costi dei trasporti arrivano ad incidere attorno a un terzo del totale.”
Secondo Divulga il ritardo infrastrutturale pesa sui bilanci delle imprese agroalimentari italiane per 9 miliardi di euro all’anno di “export perduto”, pari al 10% della perdita complessiva stimata per il Paese.
L’allarme si inserisce in un contesto di possibili nuove accise sul diesel. Al momento le tasse ammontano a 73 centesimi al litro per la benzina mentre per il diesel non superano i 62 centesimi al litro.
L’ipotesi è di un aumento di un centesimo al litro per il carburante utilizzato dai mezzi pesanti, con una contestuale riduzione della benzina, fino ad arrivare al 2030, con le due accise alla pari. La nuova accisa permetterebbe di finanziare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale per il quale servono 500 milioni di euro in tre anni.
Le risorse ancora disponibili del PNRR andrebbero utilizzate, suggerisce Coldiretti, per colmare questo ritardo “per riequilibrare un modello nazionale eccessivamente sbilanciato, con un contributo ancora troppo limitato delle altre modalità di spostamento delle merci, rete ferroviaria in primis”.
Secondo i dati Ismea la crescita, in contrasto con il calo complessivo delle esportazioni nazionali di beni e servizi (-1,1%) è un risultato a cui hanno contribuito sia l’industria alimentare, con un incremento dei flussi in valore del 7,7%, sia la componente agricola (+3,4%). Nel 2024 le esportazioni italiane sono aumentate in maniera generalizzata verso la maggior parte delle destinazioni. Importante è stata la crescita a doppia cifra negli Stati Uniti (+17%), dove l’aumento è stato guidato dai prodotti made in Italy per eccellenza come vini, spumanti, olio evo e pasta e in Giappone, dove l’incremento in valore dell’export è stato di quasi il 50%. Vanno sottolineati anche i risultati in Romania (+11%) e Australia (+18%). Guardando alla top 10 dei principali mercati, Germania, Francia e Stati Uniti guidano la classifica, a seguire Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio, Polonia e Austria.
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