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Dimensionamento scolastico, Viterbo all’attacco, a Civitavecchia solo retorica

CIVITAVECCHIA – Cosa sta accadendo intorno agli istituti scolastici cittadini? Come mai la politica accetta in maniera quasi silenziosa l’accorpamento appena sancito in Regione del Calamatta e dello Stendhal? Sono in tanti a chiederselo, dal momento che, a pochi giorni da Natale, quella che sembrava un’ipotesi sciagurata si è rivelata una triste realtà, nonostante la levata di scudi degli insegnanti toccati in prima persona da un accorpamento del quale Civitavecchia non sentiva minimamente l’esigenza. Oggi l’accorpamento è praticamente cosa fatta e il timore che possa finire come negli anni scorsi, quando la stessa sorte toccò al Geometra, è più che mai giustificato. Rimanendo sul terreno politico, a Civitavecchia le cose non sono andate in maniera diversa. Timide reazioni da parte del M5S e di Avs, le solite acrobazie retoriche del sindaco Piendibene, ma niente di più da un centrosinistra che, trascorsi mesi dalle elezioni amministrative, proprio non riesce a decollare in nessun campo. Eppure nella vicina Viterbo le cose stanno andando in maniera diversa. Il sindaco Chiara Frontini, nonostante la sua identità di centrodestra, non ha avuto problemi nel condannare le scelte del governo regionale Rocca, che attraverso un piano di dimensionamento ha tolto autonomia all’istituto comprensivo Carmine. Il primo cittadino viterbese, non solo ha partecipato ad incontri con i genitori per scongiurare tale ipotesi, ma ha anche preannunciato un ricorso al Tar, un consiglio comunale aperto sull’argomento e ha invitato l’intera città alla mobilitazione con frasi del tipo «non indietreggeremo di un passo». E a Civitavecchia cosa è stato detto? Assolutamente niente. Totalmente disinteressata alla questione l’assessore all’Istruzione Stefania Tinti (impossibile da raggiungere telefonicamente nella giornata di ieri) a giudicare dalle posizioni non pervenute in queste settimane, riduttivo e poco incisivo il sindaco Marco Piendibene, che non ha ancora spiegato quali sono le sue intenzioni in merito. Insomma, una decisione calata dall’altro che a Civitavecchia rischia di impoverire l’offerta formativa che gli istituti Calamatta e Stendhal hanno costruito nel tempo. E tutto questo nel più totale silenzio della politica che, stando ai fatti, sembrerebbe essersi già arresa a una scelta devastante per le due realtà scolastiche civitavecchiesi. Si naviga a vista e giorno per giorno si attendono novità, nella speranza che qualcosa possa essere rivista al più presto. Speranze che si infrangono contro il muro di indifferenza di una politica locale sorda, che fino a questo momento ha preferito glissare anziché prendere il toro per le corna.

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