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Velletri, l’impianto per il biometano diventa un caso

C’è un progetto per realizzare, in un’area a forte vocazione agricola (anche di pregio), un impianto per la produzione di biometano, nell’ambito della transizione energetica. Tuttavia, la presenza di due pozzi estrattivi rischia di aggravare la crisi idrica nella zona.

A Velletri, Comune della provincia di Roma e dei Castelli Romani, è diventato un caso quello del futuro impianto per la produzione di biometano. Siamo ancora in una fase progettuale, ma non mancano le perplessità e la produzione dei cittadini residenti e anche dei tanti agricoltori, anche biologici, della zona.

Il progetto

Come riporta ilCaffè.tv, il progetto è promosso da Latina Biometano Srl e prevede la costruzione dell’impianto lungo via Colle San Clemente, in un’area a forte vocazione agricola e caratterizzata anche dalla presenza di colture di pregio. Per realizzare l’impianto, sarà necessario costruire due pozzi per l’estrazione dell’acqua sotterranea. Da qui nascono alcune delle perplessità dei cittadini, dal momento che tutta l’area dei Castelli Romani sta già fronteggiando una crisi idrica, dovuta sia ad una cattiva gestione delle infrastrutture, sia alla sofferenza sempre maggiore delle falde.

La preoccupazione degli agricoltori

Inevitabile, alla luce del progetto, che gli agricoltori della zona siano estremamente preoccupati. A poco sono valse le rassicurazioni dei promotori del progetto, secondo cui l’impianto sarà sostenibile, nell’ottica di un ciclo dichiarato virtuoso di produzione di fertilizzanti naturali a partire proprio dagli scarti dell’agricoltura e dell’allevamento. I due pozzi, che attingeranno l’acqua per l’uso industriale dalle falde sotterranee, secondo il progetto dovranno essere realizzati in un’area da sempre destinata all’uso agricolo e caratterizzata anche da colture di pregio. Ancora oggi, nella zona dei Castelli Romani, l’agricoltura resta un settore fondamentale per tutta l’economia locale. Molti produttori agricoli temono che il prelievo intensivo di acqua sotterranea possa ridurre ulteriormente la disponibilità idrica e causare quindi danni alle coltivazioni.

L’impianto per il biometano 

Il biometano è un gas combustibile derivato dal biogas (da cui viene rimossa l’anidride carbonica tramite alcuni processi chimico-fisici), che ha caratteristiche molto simili al gas naturale. Per questo motivo, ci sono diverse applicazioni utili per il biometano: la produzione di energia elettrica, il riscaldamento o l’autotrazione. Un altro vantaggio è che i processi di rimozione della CO2 possono essere svolti anche in luoghi diversi da quello di produzione, e questo consente anche la compressione per l’immissione nella stessa rete del gas naturale.

Il dilemma: transizione energetica vs. crisi idrica

Nell’ambito del progetto dell’impianto, la richiesta di autorizzazione per la ricerca e l’utilizzo di acque sotterranee era stata regolarmente inoltrata, presso il Comune di Velletri e la Città Metropolitana di Roma, lo scorso 25 ottobre. Se, da un lato, l’impianto di Velletri non può non essere considerato come una soluzione tecnologicamente avanzata per la gestione dei rifiuti organici e per la produzione di energia rinnovabile, dall’altro non si possono ignorare la preoccupazione e la perplessità di chi ha sempre vissuto in quel territorio. Costruire l’impianto in una zona agricola sensibile non aiuta a dissipare i dubbi sul reale equilibrio tra lo sviluppo industriale e la tutela ambientale.

Il coinvolgimento dei cittadini

La situazione, quindi, è decisamente spinosa, e per garantire la massima trasparenza del processo decisionale, la Città Metropolitana di Roma ha deciso di avviare una fase di valutazione aperta ai cittadini. Il prossimo 27 gennaio, i residenti e i portatori di interesse potranno partecipare ad un sopralluogo pubblico, oltre a esprimere osservazioni e preoccupazioni. Il Comune di Velletri, ora, si trova di fronte ad un vero e proprio bivio dove ogni direzione comporta dei rischi. Da un lato, c’è la necessità di investire nella transizione energetica, con ricadute positive su tutto il territorio nel medio e lungo periodo. Dall’altro, c’è il rischio di penalizzare eccessivamente un settore trainante per l’economia locale come l’agricoltura, che già da tempo soffre a causa della crisi idrica. Intanto, però, almeno a livello della Città Metropolitana, i necessari procedimenti amministrativi vanno avanti.

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