ROMA – Pasta all’uovo, ricotta fresca, spinaci, bietole e poi, a seconda dei gusti, il tocco finale con ragù o con burro e salvia. Il ‘Tortello Maremmano’ si candida a diventare il 267esimo marchio Igp italiano, un percorso appena avviato e illustrato nella Sala stampa della Camera dei deputati da Fabrizio Rossi, deputato toscano di Fratelli d’Italia e promotore dell’iniziativa, Giovanni Caso, presidente di Confesercenti Grosseto, Massimiliano Mei, presidente dell’Associazione per la promozione e tutela del Tortello Maremmano, e Andrea Biondi, direttore di Confesercenti Grosseto. Il percorso – soprattutto burocratico – per vedere riconosciuto il marchio non sarà immediato, ci vorranno probabilmente tra i 18 e i 36 mesi. Anche per questo “c’è bisogno del sostegno di tutto il territorio: deputati, sindaci e associazioni” l’appello di Rossi, nel ricordare che “la Maremma non è solo in provincia di Grosseto ma c’è anche parte del livornese e dell’Alto Lazio, quindi potremmo fare una sinergia”.
Il percorso di riconoscimento del Tortello Maremmano, ha sottolineato il deputato all’agenzia Dire, “è un percorso che parte da una disciplina europea e al quale noi aspiriamo di giungere a compimento: noi vogliamo essere la 267esima Igp italiana, attualmente ce ne sono 266 e il Tortello Maremmano ha tutte le caratteristiche a mio avviso per diventare una Igp, cioè un’indicazione geografica protetta”. L’obiettivo, ha spiegato Rossi, “è esaltare le nostre differenze, che sono peculiarità tipiche nazionali, e sicuramente identificare un prodotto con un territorio fisicamente e geograficamente ben individuato come la Maremma, peculiare e tipico dal punto di vista ambientale e paesaggistico, aiuta a far uscire fuori dai nostri perimetri e dai nostri confini anche, appunto, la Maremma. Così come fanno altre realtà, ad esempio la mortadella di Bologna o l’aceto balsamico di Modena, ci sarà sicuramente spazio per il Tortello Maremmane che identifica un’area geografica tipica”.
Ma cosa rende questo prodotto così speciale per il territorio? “È speciale perché è buonissimo ed è fatto con gli ingredienti del territorio, a partire dal grano per la pasta, così come la ricotta e le bietole o gli spinaci, a seconda delle versioni che vengono fatte. Il Tortello Maremmano ha sicuramente una tipicità unica al mondo e che non può essere contraffatta”. Il Tortello Maremmano, ha raccontato Massimiliano Mei, presidente dell’Associazione per la promozione e tutela del Tortello Maremmano, “è un prodotto iconico del nostro territorio, e quindi per capirlo bisogna conoscere un po’ di storia della Maremma. Un territorio contadino, tuttora a bassissima industrializzazione, ancora sano e per certi versi selvaggio. Il rovescio della medaglia, però, è che è un territorio anche piuttosto povero, con molti anziani e poco densamente popolato”. In questo contesto storico di povertà e agricoltura, ha spiegato Mei, “nei giorni di festa le massaie facevano i tortelli, usando prodotti facilmente reperibili nel territorio: uova fresche, farina, ricotta, in montagna la borragine, così come la barbabietola e lo spinacio. E poi c’era tutta la lavorazione, che con le nuove generazioni però si sta perdendo”. Così, ha detto ancora Mei, “su questa scia di stimoli abbiamo tirato su un’associazione per proteggere e diffondere questa pietanza, come cucinarla e come prepararla per non perdere questa tradizione nel tempo”. Il percorso per il riconoscimento della Igp, ha spiegato Andrea Biondi, direttore di Confesercenti Grosseto, “può durare dai 18 ai 36 mesi, con un primo step regionale, poi a livello ministeriale con il ministero che chiede integrazioni e specifiche, e successivamebte si passa livello di Comunità europea, quindi i tempi non sono immediati”. Nel frattempo, ha concluso Biondi, “continueremo con le tante iniziative che stiamo facendo: cooking class, lezioni di preparazione del Tortello Maremmano e storia del prodotto, tutti con i nostri chef e ristoratori”.
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