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Rogna dell’olivo. Coldiretti: “Necessario bruciare residui delle piante”

Allarme rogna dell’olivo nel Lazio. Il Presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, ha scritto all’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, Giancarlo Righini, per ottenere una deroga alla bruciatura di potature in olivicoltura.

L’azione sarebbe mirata a bloccare la diffusione della malattia causata dal batterio “Pseudomonas Savastanoi” segnalata da diversi olivicoltori e da organizzazioni di produttori all’associazione.

Coldiretti chiede una deroga all’articolo 19 del Decreto MASAF del 23/12/2022 che stabilisce il divieto di bruciatura “in loco” dei residui di potatura, salvo diversa indicazione delle autorità competenti. Il Decreto è motivato dalla necessità di salvaguardare gli olivi di particolare valore paesaggistico.

La malattia può penetrare nella pianta attraverso le ferite causate dalle gelate e dalla grandine, sempre più frequente con la crisi climatica, oppure può essere causata dall’abbacchiatura, l’uso di pettini elettrici sempre più diffusi.

E’ necessario intervenire con estrema tempestività – spiega il presidente della federazione regionale di Coldiretti, David Granieri – perché essendo una malattia di origine batterica, non esistono interventi curativi specifici. Ecco perché abbiamo chiesto una deroga alla Regione per poter bruciare sui terreni interessati o nelle immediate vicinanze i residui di potatura, nel rispetto delle normative vigenti per la prevenzione degli incendi. Questo è l’unico modo per impedire al batterio di diffondersi e di mettere a rischio le Cultivar più diffuse nel panorama olivicolo regionale e le produzioni di pregio”.

Tra queste Frantoio, Moraiolo, Carboncella, Itrana, con la presenza dei relativi impollinatori Pendolino e Maurino, che sono anche le varietà ad elevata suscettibilità e scarsa resistenza alla batteriosi causata da “Pseudomonas Savastanoi”.

La misura estrema per cui Coldiretti richiede l’autorizzazione è motivata dal fatto che: “L’uso degli antibiotici “battericidi” non è infatti consentito e una volta che l’organismo nocivo è entrato nella pianta, il solo uso di prodotti a base rameica, considerati batteriostatici, non riescono, da soli a contenere la diffusione e la propagazione. Le prescrizioni dell’Eco schema 3,- continua Coldiretti nella nota- che prevede l’obbligo di trinciatura delle potature, essendo cumulabile con l’Eco schema 2, relativo all’inerbimento delle colture arboree, il cui impegno prevede di non effettuare lavorazioni del terreno nell’interfila ed il mantenimento della copertura vegetale su almeno li 70% della superficie oggetto di impegno, implica l’accumulo dei residui di potatura trinciati e non interrati, che rappresentano focolai di infestazione, non solo per la “Rogna”, ma anche per altri patogeni dell’Olivo. quali il Coleottero Scolitide ” Phloetribus Scarabeoides” (Fleotribo dell’Olivo) e del Coleottero “Hylesinus oleiperda” (llesino dell’olivo).”

L’articolo Rogna dell’olivo. Coldiretti: “Necessario bruciare residui delle piante” proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.

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