di Giusy Mercadante e Vittorio Di Mambro Rossetti
ROMA – Ha scatenato una numerosa serie di polemiche l’intervento di Bruno Vespa in diretta tv sulla gestione da parte del governo sul caso Almasri. Il giornalista, nella puntata di ieri di “Cinque Minuti”, si è lasciato andare in una sfuriata alla fine del programma. Momento che è diventato virale sui social, rimbalzando da una pagina all’altra.
“Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno, ma che i parlamentari di tutti i partiti sanno, perché avvertiti, è che in ogni Stato si fanno cose sporchissime – anche trattando con i torturatori – per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli Stati del mondo”, ha detto Vespa visibilmente spazientito.
Vespa SERENISSIMO pic.twitter.com/SyRARrUdx4
— LALLERO (@see_lallero) January 30, 2025
USIGRAI: “L’ARRINGA DI VESPA PROPAGANDA CHE SA DI REGIME”
“L’arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l’approfondimento giornalistico di Raiuno. Cosi non è informazione ma propaganda che sa di regime”, scrive oggi in una nota l’Unione Sindacale Giornalisti Rai, Usigrai.
“Dalla Rai e dalle redazione di tg, gr e programmi deve arrivare ai cittadini una informazione completa e chiara sulle modalità e le responsabilità che ruotano intorno ai fatti. Le chiose di Vespa o i servizi che mettono in relazione fatti diversi non spiegano cosa sia accaduto ma alimentano solo speculazioni che non fanno bene all’informazione di servizio pubblico e alla Rai”, conclude.
UNIRAI: “SU VESPA CHI GRIDA AL REGIME ALLERGICO AL PLURALISMO”
Di tutt’altro parere Unirai, Liberi giornalisti Rai: “Non c’è solo una parte consistente della magistratura ad essere politicizzata, ma anche una nicchia della categoria dei giornalisti. Nulla di nuovo. Si evidenzia però in questo momento storico una quotidiana insofferenza verso qualsiasi forma di pluralismo delle opinioni e si grida addirittura al regime. Dimostrando così di aver perso oltre al contatto con la realtà anche il senso e la misura delle parole”.
“Bruno Vespa- concludono- ha espresso liberamente il suo pensiero, in sintonia con buona parte del pubblico della Rai che mai come in questo momento ha la possibilità di usufruire di un’offerta ricca e plurale”.
M5S: “SE VESPA VUOLE FARE COMIZI SI CANDIDI CON FDI E LASCI SERVIZIO PUBBLICO”
“Ieri sera, in nel suo programma su Rai1, Bruno Vespa ha superato ogni limite”, così gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai.
“In questi anni- scrivono- la Rai ci ha abituato a giornalisti di sinistra che appassionatamente hanno sempre difeso la loro parte politica. E quindi nulla di strano se la stessa cosa la fanno giornalisti di destra ora che strizzano l’occhio al potere, che dosano le domande per non disturbare troppo il manovratore. Il tema non è che prima c’erano quelli di sinistra a proteggere i governi di sinistra e ora che Vespa fa più o meno lo stesso con un governo di destra dobbiamo urlare allo scandalo. Il punto è che per noi quel modo di gestire il Servizio Pubblico era sbagliato ieri come lo è oggi. Ma nel caso di Vespa c’è di più, perché conduce uno spazio dopo il Tg1 dove sono necessari massima prudenza ed equilibrio. Esattamente quello che ieri sera è mancato, visto che Vespa è stato il megafono più acceso del governo Meloni”.
“Con uno zelo che neanche i ministri in carica riescono più a mostrare senza imbarazzo- aggiungono- Vespa ha guardato dritto in camera, puntato gli indici come un tribuno e sentenziato che i Paesi trattano anche con i torturatori. Questa non è informazione. È giustificazione. È propaganda. È un conduttore che, dal suo scranno di arbitro, difende l’indifendibile e normalizza l’inaccettabile. Un giornalista – pardon: un artista della Rai -, pagato con i soldi dei cittadini, non può mettersi a fare il difensore d’ufficio di un governo, tanto più in uno spazio seguitissimo come quello che segue il TG1”.
“Quegli spettatori- concludono- meritano una informazione la più imparziale possibile venendo subito dopo il principale TG della Rai. Rispetto, non comizietti. Chiederemo conto ai vertici Rai in Commissione di Vigilanza. Perché il Servizio Pubblico deve essere di tutti, non la cassa di risonanza della propaganda meloniana. E a questo punto, un consiglio a Bruno Vespa: se proprio ci tiene così tanto a sostenere il governo, faccia il passo definitivo. Si candidi con Fratelli d’Italia. Almeno avremo finalmente chiarezza”.
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