BOLOGNA – Pochi giorni fa, il 26 gennaio, sono diventati cinque gli anni senza Kobe Bryant. Ma l’asso dei Lakers sta per tornare ‘in scena’: “Otto Infinito- Vita e morte di un Mamba”, il nuovo e attesissimo spettacolo di Federico Buffa, tra i più grandi storyteller sportivi in Italia, debutta lunedì prossimo, 3 febbraio (replica il 4) al Teatro Valli di Reggio Emilia, città dove ha giocato per anni Joe Bryant, padre del grande campione, e dove Kobe ha vissuto da piccolo. E sarà solo l’inizio: seguiranno quattro date al Duse di Bologna (10 febbraio, 17 marzo, 7 aprile e 16 maggio 2025; già sold out), la “Basket city” d’Italia.
Proprio al Duse, qualche mese fa, Buffa aveva annunciato a sorpresa l”impresa’ di portare Bryant a teatro, confidando che il suo sogno sarebbe stato un palazzetto come palcoscenico. Non si poteva e così Buffa toccherà prima la Città del Tricolore (che pochi giorni fa ha commemorato Bryant) e poi sarà al Duse, “il mio teatro preferito” come ha detto lui stesso. Dunque, ci siamo: a cinque anni dalla morte del fuoriclasse dei Los Angeles Lakers, vittima di un tragico incidente insieme alla figlia Gianna il 26 gennaio 2020, Buffa porta sul palco la storia di questa star Nba, celebrato ancora oggi come uno dei giocatori più forti di sempre, raccontando l’uomo oltre che il campione. Buffa torna a teatro con la sua grande passione, il basket, e lo fa esplorando la condizione umana attraverso tematiche come sogni, lotta interiore e il desiderio di superare i propri limiti.
Con la storia di Bryant, parla di perseveranza, fallimento e riscatto, mostrando come ogni persona possa aspirare a lasciare un segno: un omaggio a un campione, una riflessione sui valori universali, alla ricerca di un significato oltre il successo sportivo. Nel raccontarne la vita, Buffa umanizza l’atleta, evidenziando le difficoltà che è riuscito a superare. Lo spettacolo su Bryant promette “un’esperienza visiva e sonora coinvolgente”, grazie a una scenografia immersiva, alle musiche di Alessandro Nidi (pianoforte) sul palco insieme a Sebastiano Nidi (percussioni) e Filippo Nidi (trombone) e ad immagini evocative che accompagneranno il pubblico. La nuova produzione Imarts -che si avvale del contributo della Regione Emilia-Romagna- per la regia di Maria Elisabetta Marelli, sarà un racconto che esplora la figura della leggenda del basket tra la sua ossessione per il successo e la sua sete di conoscenza, con una narrazione ricca di aneddoti e spunti riflessivi.
E dire che, dopo la scomparsa di Bryant, Buffa ricorda di non essere riuscito a dire nulla non solo subito, ma anche per molti giorni a seguire. Quando si è trovato a farlo, ha sottolineato che la scomparsa del cestista dell’Nba somigliava a quella di un altro grande sportivo, il calciatore Gaetano Scirea, per il fatto che, prima che il mezzo su cui viaggiava prendesse fuoco, ebbe tempo di pensare per sette secondi a quello che gli stava succedendo. “Con la differenza che Bryant aveva accanto sua figlia”. Tempo dopo, un film e una particolare sonorità di un pianoforte hanno spinto Buffa a scrivere di Bryant, tanto da ricavarne un testo, una pièce che farà il suo debutto a Reggio Emilia per approdare poi a Basket city dove, anni fa, durante una serrata dei giocatori di Nba, per qualche settimana si favoleggiò e fantasticò all’idea che l’asse dei Lakers potesse ‘ingannare’ l’attesa allacciandosi gli scarpini sotto le Due torri. Insomma, a Bologna Bryant lo aspettano, per così dire, da sempre.
(Foto di Gabriele Lugli)
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