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Gli accumuli di microplastiche bloccano il sangue nel cervello. Lo studio

Uno studio ha osservato per la prima volta il viaggio delle microplastiche nel cervello dei topi. I frammenti creano degli ingorghi bloccando il flusso del sangue.

L’inquinamento da microplastiche preoccupa sempre di più per le conseguenze sulla salute umana. Il nostro organismo, infatti, “colleziona” i minuscoli frammenti in molti organi. Numerosi studi hanno confermato, anno dopo anno, come queste particelle siano sempre più invasive. Placenta, fegato, sangue e persino cervello: le microplastiche sono ormai dappertutto.

Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Ue “Future Brief”, un adulto ingerisce o inala dalle 39.000 alle 52.000 particelle di microplastica all’anno. Una quantità pari a 5 gr di plastica a settimana, l’equivalente di una carta di credito.

Le conseguenze per la salute, però, stanno emergendo ricerca dopo ricerca. Se finora gli studi si erano concentrati principalmente sul rilevamento delle microplastiche nell’ambiente e nel corpo umano, ora si stanno analizzando le possibili conseguenze sulla salute derivanti dalla presenza di plastica negli organi.

Lo studio pubblicato a gennaio 2025 sulla rivista Science Advances ha rilevato che le microplastiche nel cervello possono causare ingorghi all’interno dei vasi sanguigni, provocando effetti neurotossici.

La ricerca, guidata dal team di scienziati dell’Accademia cinese per la ricerca sulle scienze ambientali, ha documentato il viaggio dei minuscoli frammenti nel cervello dei topi in tempo reale. Ai roditori è stata somministrata acqua con microsfere di polistirolo fluorescente. Grazie all’utilizzo della diagnostica per immagini, gli scienziati hanno osservato che tre ore dopo l’ingestione del liquido, i frammenti sono infatti apparsi nel cervello, dove sono stati inghiottiti dalle cellule immunitarie.

I granuli fluorescenti si sono così addensati nel microcircolo della corteccia celebrale, creando un ingorgo. Le ostruzioni sono diminuite col passare dei giorni, ma in alcune erano ancora presenti al termine della sperimentazione, 28 giorni dopo. Le microplastiche dunque, intasano i vasi sanguigni presenti negli organi favorendo la formazione di coaguli e limitando l’attività celebrale.

Quanto osservato nell’esperimento sui topi non è detto che si verifichi anche negli esseri umani. Negli animali, queste ostruzioni hanno provocato una riduzione dell’attività motoria e della capacità mnemonica.

“I potenziali effetti a lungo termine di MP (microplastiche, ndr) su disturbi neurologici come depressione e salute cardiovascolare sono preoccupanti. Questo studio offre una base teorica e una direzione mirata per comprendere i potenziali rischi per la salute associati a MP in questo contesto. Un maggiore investimento in quest’area di ricerca è urgente ed essenziale per comprendere appieno i rischi per la salute posti da MP nel sangue umano”, spiegano gli scienziati.

 

La sperimentazione sugli animali è da sempre un tema controverso e divisivo. Tenendo presente che gli atti di violenza sugli animali sono sempre da condannare, è opportuno sottolineare in questo caso che la pervasività delle microplastiche è arrivata a livelli talmente elevati nell’ecosistema che probabilmente l’esperimento eseguito in laboratorio ricalca ciò che accade anche all’esterno. Le minuscole particelle sono state trovate anche negli animali selvatici.

Microplastiche, i possibili danni per la salute umana

Il fatto che l’inquinamento da plastica rappresenti ormai una vera e propria emergenza globale porterebbe a pensare che danni simili potrebbero verificarsi anche nell’uomo. Anche perché un’altra ricerca ha confermato come la presenza dei frammenti plastici nel cervello umano sia raddoppiata negli ultimi 8 anni.

Anche uno studio pubblicato nel 2024 e condotto dall’Università della Campania Luigi Vanvitelli conferma le preoccupazioni della comunità scientifica in merito alla correlazione tra microplastiche nell’organismo e rischi per la salute. L’ateneo campano, infatti, ha dimostrato per la prima volta come la presenza delle microplastiche nelle placche aterosclerotiche possa aumentare il rischio di infarti, ictus e mortalità.

L’articolo Gli accumuli di microplastiche bloccano il sangue nel cervello. Lo studio proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.

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