Mentre il presidente degli Stati Uniti inquadrava la questione come un imperativo umanitario e un’opportunità di sviluppo economico, trasformando la Striscia devastata dai bombardamenti israeliani in una mecca del turismo, riapriva un vaso di Pandora geopolitico con implicazioni enormi per il Medio Oriente e non solo. E infatti, immediate sono scattate le proteste un po’ ovunque. Il controllo su Gaza è stato uno dei principali punti critici del conflitto arabo-israeliano per decenni e l’idea di trasferire forzosamente i palestinesi richiama un’epoca in cui le grandi potenze occidentali ridisegnavano a piacimento le mappe della regione.
Il New York Times fa notare che la sola idea che gli Stati Uniti prendano il controllo di Gaza rappresenterebbe un’inversione di tendenza incredibile per Trump, che si è candidato per la prima volta nel 2016 giurando di portar via gli USA dalla regione dopo la guerra in Iraq. Ovviamente, come è nel suo stile, Trump non ha citato alcuna autorità legale che gli dia il diritto di prendere il controllo di quel territorio, “né ha affrontato il fatto che la rimozione forzata di una popolazione viola il diritto internazionale e decenni di consenso sulla politica estera americana in entrambi i partiti”, conclude il New York Times.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it