MILANO – “Non le farei mai del male, mai avuti problemi di infedeltà”: rispondeva così ai cronisti nei giorni scorsi il compagno e convivente della baby sitter scomparsa nel nulla da due settimane a Milano. Ora è lui, Pedro Gonzalez, 48 anni, che dovrà rispondere dell’accusa di omicidio di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle, salvadoregna di 40 anni. La Procura di Milano lo ha infatti convocato per un interrogatorio perché indagato per omicidio e soppressione del cadavere.
LA SCOMPARSA
La donna aveva fatto perdere ogni traccia di sé dal 24 gennaio scorso, due settimane fa, quando non si è recata, come faceva tutti i giorni, dalla famiglia per cui lavorava come baby sitter. E proprio la sua datrice di lavoro ha denunciato alle forze dell’ordine per prima la scomparsa di Nataly, mentre l’uomo con cui conviveva da 6 anni ha aspettato una settimana per farlo, segnalando il semplice “allontanamento volontario”.
LA VERSIONE DELL’UOMO SMENTITA DALLE TELECAMERE
Il 48enne aveva detto di non essersi accorto di nulla, che la donna era uscita mentre lui dormiva dalla loro abitazione al quartiere Bicocca di Milano, ma le telecamere l’hanno smentito. Fino a ieri la Procura stava indagando per istigazione al suicidio contro ignoti, poi la svolta delle indagini: l’esito del controllo sulle telecamere di videosorveglianza , effettuato dal nucleo investigativo dei carabinieri, ha infatti escluso la versione di Gonzalez: di Nataly non vi è traccia nei filmati, non sarebbe mai uscita dal suo monolocale di piazza dei Daini.Non aveva fin dall’inizio convinto gli inquirenti la versione del compagno: aveva raccontato che Nataly quella notte avrebbe chattato con un’amica e navigato sui social, mentre lui stava dormendo sul divano, poi sarebbe uscita di casa portando con sé un trolley, i documenti e pochi vestiti invernali. Si era accorto della sua assenza solo in piena notte, quando si era risvegliato, senza preoccuparsi troppo però, convinto che si fosse recata da un’amica.
IN DUE SETTIMANE CELLULARE SPENTO E NESSUN MOVIMENTO BANCARIO
L’ultimo segnale di vita di Jhoanna Nataly risale alla “spunta blu” di lettura di messaggi whataspp delle amiche, poco dopo la mezzanotte. Da quel momento, il suo cellulare è risultato spento, non risulta traffico dati e telefonico dalla sua scheda. Né ci sarebbero stati movimenti bancari in queste due settimane di scomparsa. A insospettire ancora di più gli inquirenti è il ritardo della denuncia di allontanamento fatta da Gonzalez ai carabinieri della stazione Musocco solo una settimana dopo, il 31 gennaio, circostanza ritenuta fin da allora “anomala”.
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