ROMA – “Ho denunciato il clan dei Madonia. Ma ora ho paura perché mai e poi mai potevo immaginare un’evoluzione così torbida, aggressiva e diffamatoria nei miei confronti”. A parlare con la Dire, nel corso di una intervista rilasciata al direttore Nico Perrone, è Valeria Grasso, ancora oggi testimone di giustizia sotto scorta, definita ‘paladina dell’antimafia’ dopo aver inaugurato una palestra a Palermo negli stessi magazzini da dove erano stati cacciati i Madonia, i boss del quartiere San Lorenzo. Lo scorso 23 dicembre, dieci anni dopo la vicenda, l’Agenzia dei beni confiscati alla criminalità ha ritenuto però che si trattasse di una “occupazione abusiva” dell’immobile: dopo il sequestro dei locali, disposto dalla Procura, la Guardia di finanza ha quindi bloccato alla signora Grasso beni per 250mila euro.
“La cosa incredibile- racconta Grasso- è che in tutti gli anni in cui ero all’interno dell’immobile ho avuto un contatto costante sia con l’Agenzia dei beni confiscati sia con il precedente curatore che gestiva gli interessi dell’Agenzia stessa. A me venivano autorizzati i lavori ed ero io ad anticipare somme di denaro abbastanza importanti, ci sono fatture che lo dimostrano. Tanto è vero che quando improvvisamente è uscita fuori questa notizia, ci ha lasciati tutti perplessi, compreso il Servizio centrale di protezione: il direttore mi ha detto chiaramente che ero vittima di un errore burocratico”.
La signora Grasso era “serena” perché “ho sempre dialogato con le istituzioni”, fa sapere, fino al momento della ricezione, lo scorso 23 dicembre, della notifica da parte della Corte dei Conti, comunicata “prima alla stampa e solo dopo a me. C’era scritto del sequestro dei 250mila euro, ma non ho idea di dove abbiano visto questi soldi, e si parlava addirittura di 11 conti corrente a mio nome. In articoli e servizi di giornale e tv, in particolare, c’era la volontà di diffamarmi e denigrarmi, e ho sporto denuncia alla Questura di Roma. Mi sono veramente spaventata, non capisco perché tutta questa rabbia e cattiveria nei miei confronti, è un atteggiamento ingiustificabile”.
“TEMPISTICA STRANA”
È perplesso sulle tempistiche della vicenda anche il legale della signora Grasso, l’avvocato Roberto Staro: “La tempistica è sicuramente significativa di un qualcosa che si è risvegliato improvvisamente. Nella storia di Valeria Grasso abbiamo assistito a 10 anni di sostanziale inerzia amministrativa- racconta alla Dire- da parte di tutte le amministrazioni e i loro rappresentanti che si sono avvicendati, comprese le agenzie e gli enti che dovevano rendere i pareri. Sostanzialmente nulla è cambiato circa la posizione di Valeria Grasso con questa palestra, salvo poi essere tutti i rappresentanti politici e istituzionali contenti nelle occasioni in cui potevano manifestare la ripresa della legalità all’interno della palestra”.
Da un anno a questa parte “abbiamo assistito ad una attivazione da parte di determinati organi- sottolinea ancora l’avvocato Staro- che poi hanno coltivato questa iniziativa, prima mediaticamente nei confronti di Valeria Grasso e poi anche nelle sedo giudiziarie. La signora Grasso non ha timore di difendersi nelle sedi di giustizia, il problema è il timore che questo attivismo può provocare sulla sua vita e sulla serenità della sua famiglia. Parliamo di una donna coraggiosissima, madre di tre figli, che ha denunciato uno dei clan principali in quel periodo. Lo ha affrontato a testa alta, ma ha subito un supplizio insieme alla sua famiglia, perché per 4 anni hanno dovuto vivere in una località segreta e protetta, lontani dalla loro vita quotidiana. Il risarcimento è stato covare sotto la cenere un risentimento da parte di determinati ambienti”.
Nell’ultimo anno, in particolare, c’è stata un’accelerazione “improvvisa e per certi versi esagerata della vicenda- evidenzia l’avvocato- Valeria Grasso si è spaventata con il sequestro dei conti corrente, perché non è che fosse nascosta o vivesse in clandestinità: la signora vive sotto scorta e si sa benissimo cosa fa, dove vive e con quali possibilità vive. Che senso aveva sequestrare dei conti corrente quando si conoscono benissimo quali sono le sue entrate? Alla sua vicenda giudiziale si somma una vicenda umana, credo ancora più forte”.
La vicenda di Valeria Grasso è stata anche al centro di diverse puntate della trasmissione televisiva ‘Striscia la Notizia’: “C’è stato un grande accanimento da parte del programma- racconta ancora Valeria Grasso alla Dire- ha dedicato addirittura cinque puntate alla mia vicenda. In una, in particolare, ha reso pubblico il mio contratto di lavoro con la Regione Sicilia, che dovrebbe essere secretato perché sono una testimone di giustizia. Ho fatto una denuncia alla Questura di Roma per questo. Non vedo la necessità di esibire in prima serata il mio contratto di lavoro, da cui si evince esattamente in quale ufficio lavoro, da quanti anni lavoro, come si chiama mio figlio e dove abita. È inquietante. E come può il curatore scrivere all’Agenzia che io sono abusiva e che non mi conosce? Francamente c’è qualcosa che non mi quadra”.
Non si può dunque dire, secondo il legale Staro, che Valeria Grasso occupasse “abusivamente” la palestra, come “se avesse scardinato la porta. Sicuramente c’era una procedura di assegnazione che ancora non si è completata- sottolinea l’avvocato- ma una inerzia amministrativa non può essere addossata alla sua persona”.
Infine, cosa auspica la signora Grasso? “Mi auguro che trionfi come sempre la verità. Ho dedicato la mia vita, malgrado la condanna a morte, a diffondere nelle scuole l’importanza di denunciare sempre. Mi sento una donna dello Stato e ho sempre creduto nello Stato. Ma adesso sono amareggiata dal fatto che la mia vicenda possa scoraggiare altre persone a denunciare. Quindi mi batterò affinché venga fuori la verità”, conclude.
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