La senatrice che ha organizzato il convegno: “Il regolamento europeo va applicato da tutti gli Stati membri ma ci sono dei preconcetti. Eppure, i servizi ecosistemici tutelano anche la vita dell’uomo”.
Il primo di una serie di convegni in Senato per ribadire l’importanza delle zone umide nel contesto ecosistemico, con particolare riferimento all’applicazione del regolamento europeo sul ripristino della natura. Ad organizzarlo è stata la senatrice Elena Sironi, esponente del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Ambiente. A partecipare non solo esponenti politici e istituzionali, ma anche rappresentanti dell’ISPRA e delle associazioni ambientaliste, locali e nazionali.
“Quello di ieri è stato un convegno che riprendeva il tema delle zone umide, già trattato l’anno scorso, ma integrato con l’importante collegamento con la Nature Restoration Law, il regolamento europeo sul ripristino della natura. Va ricordato che detta condizioni ai singoli Stati membri dell’Ue, in modo da applicarlo e ripristinare, in sequenza nel corso degli anni, una percentuale di suoli degradati e di siti di valore ecosistemico” – ha spiegato la senatrice Elena Sironi – “Proprio oggi ricorre il terzo anno di entrata in vigore delle modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione, con l’inserimento della tutela ambientale. Il regolamento è importante e gli Stati membri Ue hanno due anni di tempo per redigere un piano e realizzare gli obiettivi“.
“I dubbi sono tanti. La maggioranza di governo in Italia ma anche nell’ambito delle istituzioni europee non vedono di buon occhio tutto ciò che si collega alla natura. È una sorta di preconcetto, perché se poi ci addentriamo nel tema e nell’analisi, immagino che tutti convengano nell’importanza dei servizi ecosistemici. Noi viviamo in un ecosistema generale, ne facciamo parte e se l’equilibrio traballa, anche l’uomo risente dei danni. Attualmente, questi danni vengono inferti alla collettività senza avere una quantificazione” – ha aggiunto la senatrice del Movimento 5 Stelle – “Uno dei miei obiettivi principali è dare un controvalore economico ai servizi ecosistemici, sia che vengano acquisiti, sia che vengano sacrificati. Se il mondo viaggia sulla base di parametri economici, dare questa interpretazione potrebbe aiutare a comprendere l’importanza degli ecosistemi. Sacrificarli comporta delle conseguenze negative, anche a livello di ritorno economico, e forse allora si potrebbe cominciare a ragionare anche con chi, su questi temi, è prevenuto“.
“La Convenzione di Ramsar, che definisce le zone umide, prevede delle regole per la loro preservazione e gestione. In Italia abbiamo tanti siti che sono zone umide ma non riconosciuti come tali, non segnalati o forse perché fa comodo non metterli in evidenza. Un lavoro importante che possiamo fare sulla base delle nuove tecnologie, e ne parlavamo proprio ieri in conferenza con ISPRA, è utilizzare sistemi di monitoraggio satellitare per rilevare le zone umide” – ha spiegato ancora la senatrice Sironi, membro della Commissione Ambiente – “Importante anche dare riconoscimento anche alle zone umide più piccole, che sono importantissime dal punto di vista della valenza ecosistemica e che assorbono fortemente la CO2 (quindi forse sono il miglior posto di stoccaggio e di assorbimento, quindi sono preziose dal punto di vista della mitigazione climatica)“.
“In Italia siamo ancora in alto mare dal punto di vista della prevenzione di fronte al dissesto idrogeologico. Questo governo non vuole saperne, più volte ho promosso il finanziamento del CARG, la cartografia geotematica che consente di avere una fotografia del territorio e di pianificare la prevenzione. Invece continuiamo a risarcire danni che, come al solito, costano più che prevenire. Se poi continuiamo a cementificare in aree alluvionali o sul corso dei fiumi, perdiamo anche il nostro tesoretto di riserva idrica perché l’acqua si ricarica tramite il percolamento nella terra” – ha concluso la senatrice Elena Sironi – “Poi vediamo anche l’esperienza di Milano: la cementificazione porta denaro, gli amministratori sono assolutamente ciechi di fronte alla qualità della vita e alla salute dei cittadini e vediamo che si pretende addirittura di dare un’interpretazione delle leggi con il ‘rito ambrosiano’, quando queste leggi tutelano la pianificazione urbanistica nel rispetto dei servizi e delle dotazioni territoriali per i cittadini. Non da ultimo, il verde, perché se copriamo qualsiasi buco libero in città con il cemento e poi monetizziamo gli standard urbanistici per le aree verdi, l’inquinamento sale e aumentano le isole di calore, il tutto a danno dei cittadini che non hanno voce“.
L’articolo Zone umide, Elena Sironi: “In Italia c’è ancora molto da fare” proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.