BOLOGNA – Scegliere un disco da una collezione sterminata di oltre 24.000 vinili, sfilarlo dalla copertina, adagiarlo con cura sul giradischi, lasciar scendere la puntina e fare partire la magia, con il consueto crepitio e il suono caldo che esce dalle casse, ascoltandolo in una sala trattata acusticamente e “rigorosamente senza cuffie”. Da domani per farlo basterà passare da Bologna, dove in Sala Borsa, a due passi dal Nettuno, aprirà al pubblico (evento di inaugurazione alle 18, già al completo) la Sala Ascolto Vinili: uno spazio concepito per promuovere la musica registrata come forma d’arte, incentivare la scoperta della tradizione musicale, valorizzare il patrimonio discografico e celebrare il tempo dedicato all’ascolto.
Ci si può accedere su prenotazione, sei giorni su sette, con l’aiuto di un operatore per mettere su il disco preferito. Attualmente la collezione è “ancora in fase di catalogazione, ma abbiamo voluto aprire lo stesso alla cittadinanza prima di finire”, spiega Giorgia Boldini, direttrice del Settore Cultura e creatività del Comune.
La sala, progettata per offrire il massimo della qualità sonora, grazie a un trattamento acustico professionale e a un impianto hi-fi, ospita il vastissimo catalogo della famiglia Santonastaso, che nel 2022 ha deciso di donare il loro fondo musicale alla biblioteca bolognese. Seppur noti al grande pubblico della televisione dal 1970 come un duo di comici napoletani, i fratelli Mario e Pippo, e poi il più piccolo Carlo, hanno infatti vissuto a Bologna sin dagli anni Cinquanta, rendendoli a tutti gli effetti una famiglia di bolognesi. Così hanno donato alla Città della musica Unesco la ricca e articolata collezione, composta di dischi a 33, 45 e 78 giri e svariati cd.
È proprio Carlo, il più piccolo, ad aver sviluppato la passione. Lo racconta Pippo in persona, che oggi per la prima volta ha visitato la sala in occasione della presentazione alla stampa, insieme al figlio Andrea. “Li teneva anche in bagno, andava in giro per mercatini a cercarli- ricorda l’attore- a Bologna frequentavo l’istituto tecnico di piazza Calderini. Con i compagni organizzavamo feste da ballo e chiesi il permesso per farle in casa. Ci fu messa a disposizione la sala di casa, in via Agnesi, molto piccola ma sempre frequentata. Tutti i giorni festivi si ballava. Così abbiamo cominciato a comprare i dischi e Mario cominciò a suonare il rock, siamo stati tra i primi a Bologna”. Da questo terreno fertile è nato l’interesse di Carlo per i dischi. “Spesso lo beccavo che ascoltava i dischi che noi adoperavamo. Per molti anni ho lavorato alla contabilità da Borsari Sarti in via Farini, Carlo veniva a chiedermi se c’erano novità sui dischi. Se erano un po’ segnati o rovinati li voleva prendere lui”, ricorda l’attore. Per questo, tutto il progetto collegato alla donazione è “dedicato a lui”. I dischi di Carlo erano poi stati conservati dal fratello Mario, fino alla sua scomparsa nel gennaio 2021.
È da qui che nasce la decisione di Andrea di esaudire una delle ultime volontà dello zio: donare tutti i suoi dischi al Comune di Bologna. Ora, quel desiderio è diventato realtà, con tanto di sala attrezzata per ascoltarli comodamente. “È giusto che i bolognesi sentano la musica come la sentiva mio zio, che aveva sempre la porta di casa aperta”. Tra i dischi c’è di tutto, i suoi dischi preferiti “Led Zeppelin II e Breakfast in America dei Supertramp”, oppure “il mio, che Speak & Spell dei Depeche Mode, o ancora The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, ma in mezzo ci sono colonne sonore, opera, elettronica, pop, rock. E “guai” ad ascoltarli con le cuffie, “le casse sono un’altra cosa. Puoi chiacchierare e scambiare due parole mentre l’ascolti e poi il suono del vinile è diverso, gracchia. Devono essere ascoltati così”.Vedere la collezione ricostituita in un luogo ad hoc è “una grandissima soddisfazione perché soprattutto noi vediamo la collezione sistemata come avrebbe voluto Carlo, sono contentissimo”, sottolinea Pippo. Aneddoti, storie e curiosità sulla genesi di questo grande patrimonio musicale verranno raccontati domani proprio da Pippo e Andrea in persona, all’evento di inaugurazione della sala, nel giorno di San Valentino. Ricorrenza non casuale, tanto che il claim dell’evento è “We love vinili”, e ancor meno la concomitanza con i giorni del Festival di Sanremo.Un progetto “slow”, così definito dalla dirigente Boldrini. “Il vinile, così come il libro, non tramonta mai, è un tipo d’ascolto diverso rispetto al digitale”. È anche un’esperienza sensoriale. “Lo tocchi, lo guardi e lo annusi: anche l’odore del vinile è qualcosa che noi della mia generazione ci ricordiamo bene. La tecnologia va avanti, è importantissima. Ma come il libro, è una di quelle cose che non perderemo mai”.
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