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Referti alterati e mazzette, la difesa di un paziente: «Sereni nel poter chiarire la nostra posizione»

TARQUINIA – Piena fiducia nella Magistratura che chiarirà ogni aspetto della vicenda. Lo afferma l’avvocata Claudia Trippanera che difende uno dei nove “pazienti” indagati nella vicenda della presunta corruzione all’interno dell’ospedale di Tarquinia che vede indagato anche il primario di Radiologia dottor Paolo Cardello, difeso dagli avvocati Elisabetta Centogambe e Alessandro Diddi e il “procacciatore” di clienti Pasqualino Catanea, difeso dall’avvocato Paolo Pirani. Una vicenda che ha scosso l’ambiente ospedaliero, con gli operatori sanitari, della Radiologia in particolare, estranei ai fatti, che si trovano a vivere il disagio di lavorare in un ambiente dove si rischia di generalizzare l’intera vicenda anche nei confronti di chi di presunti referti falsi o mazzette non sapeva nulla. «Siamo ancora in fase di conclusione delle indagini preliminari, ciò significa che allo stato per quello che è previsto dal nostro ordinamento la Procura di Civitavecchia potrebbe anche richiedere un’archiviazione – spiega l’avvocata Trippanera – Detto ciò, ritengo che i processi si debbano necessariamente svolgere in aula, unico luogo deputato alla formazione della prova». «Noi – aggiunge l’avvocata che difende uno dei nove pazienti indagati – in ogni caso, siamo assolutamente sereni nel poter chiarire la nostra posizione, esprimendo come sempre piena fiducia nella Magistratura che certamente approfondirà ogni aspetto del procedimento». Al momento la Asl di Viterbo non ha assunto alcuna posizione ufficiale sull’indagine condotta dalla Polizia del Commissariato di Tarquinia e coordinata dalla Procura di Civitavecchia, con il medico, difeso dall’avvocato Alessandro Diddi, che continua a lavorare, in attesa che venga fatta chiarezza. L’accusa è ormai nota, si parla di scambio di denaro, ma anche di manutenzione alla propria auto e altre utilità a favore del dottor Paolo Cardello, direttore dell’Unità operativa di Diagnostica per immagini dell’ospedale di Tarquinia, che a sua volta avrebbe garantito referti radiologici alterati per permettere alle vittime di turno (vere o finte) di incidenti stradali (veri o fittizi) più consistenti indennizzi da parte delle assicurazioni. Il pm della Procura di Civitavecchia, Roberto Savelli, ha iscritto nel registro degli indagati 11 persone (9 pazienti, il dottor Cardello e il procacciatore Catanea) dopo una indagine portata avanti con intercettazioni ambientali e telefoniche che già nel giugno scorso 2024 aveva portato al blitz della Polizia. Secondo la Procura «Cardello, per sottoporre a refertazione le persone di volta in volta indicate da Catanea senza passare per il centro di prenotazione dell’ospedale e rilasciare referti medici contenenti false attestazioni, riceveva dallo stesso Catanea somme di denaro pari a 300 euro circa a refertazione e il cambio di gomme e altri interventi di manutenzione per la sua autovettura Mini Minor, nonché altre utilità in corso di accertamento». Tutto sarebbe partito da una strana coincidenza: una persona rimasta coinvolta in un incidente avvenuto nel Viterbese e uno registrato ad Arezzo. La segnalazione da parte della compagnia assicurativa avrebbe poi fatto scattare le indagini fino a scoprire il presunto sistema di corruzione e truffa messo in atto proprio truffando le assicurazioni che si trovavano a dover liquidare elevate somme di denaro per “finti” danni subiti dai loro clienti. Gli episodi contestati vanno da settembre 2022 a giugno 2024. Da una risonanza magnetica alla caviglia sinistra di un 61enne di Viterbo, F.Z. che, secondo l’accusa, sarebbe stata alterata, e firmata dal primario di Radiologia dell’ospedale di Tarquinia Cardello; era il 6 settembre del 2022. Ad un altro episodio nel 2023, 24 agosto: una risonanza magnetica al ginocchio ad una donna di 66 anni di Civitavecchia (S.N.): per tramite di Catanea, il dottore sarebbe stato indotto ad elaborare un referto alterato. E ancora, il 30 dicembre 2022 un 38enne di Civitavecchia (G.R.) per un esame al polso; il 24 gennaio 2023 un 57enne di Catania (M.S.) al ginocchio; il 26 gennaio 2023 è il caso di F.Z. 53 anni di Tarquinia per un ginocchio; il 31 gennaio 2023, è la volta di una 51enne rumena (T.L.S. ) per un polso; il 21 marzo 2023, un 37enne di Civitavecchia (M.B.) per i piedi. Il 23 marzo e il 13 luglio 2023 un 59enne di Roma per le ginocchia (L.G.). Il 24 marzo 2023 un 56enne di Tarquinia, F.S. per le ginocchia. Il medico Cardello (dal 2022 dirigente della Diagnostica per immagini, è stato medico a Belcolle e dal 1999 lavora per la Asl di Viterbo), difeso dagli avvocati Elisabetta Centogambe ed Alessandro Diddi, si è dichiarato un professionista del tutto innocente: “I referti sono tutti veri”. Il legale Diddi ha spiegato di aver affidato una consulenza tecnica ad un esperto che potrà chiarire la questione. Presunzione di innocenza: Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che “nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna”. ©riproduzione riservata

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