NAPOLI- Ciro aveva 31 anni, trovava lavori saltuari e non riusciva a pagare l’affitto. Quando alla porta di casa è arrivata una donna, un ufficiale giudiziario, per notificagli lo sfratto esecutivo, l’ha invitata ad entrare e le ha offerto un caffè. Poi con una scusa si è allontanato per chiudersi in camera da letto. La donna ha continuato a bere il caffè, mentre lui si impiccava.
LA TRAGEDIA A CAIVANO
Teatro dell’ennesima tragedia della povertà, solitudine e disperazione è Caivano, vicino Napoli, paese ormai noto per i drammi legati al degrado, all’illegalità e che negli ultimi anni è salito alla ribalda delle cronache anche politiche, con la presenza della premier Giorgia Meloni per l’inaugurazione di un centro sportivo su cui il governo ha puntato per dare speranza ai giovani che lì ci vivono. Il caso di Ciro è, suo malgrado, la conferma che ancora a Caivano di disperazione si muore.
La sua vicenda non è legata agli sfratti dei mesi scorsi ordinati dalla magistratura al Parco Verde di Caivano, quando furono sgomberati alloggi occupati abusivamente da famiglie anche, in parte, legate alla malavita. Il proprietario dell’appartamento in cui viveva come affittuario infatti gli aveva fatto causa in quanto moroso e di recente aveva ottenuto dal tribunale il decreto di sfratto esecutivo.
IL RITROVAMENTO DEL CORPO
A rendersi conto che qualcosa non stava andando per il verso giusto è stata la stessa agente che era stata accolta gentilmente dall’uomo moroso: resasi conto che si era chiuso in camera, e non in bagno come le aveva detto con una scusa, e che non rispondeva, ha lanciato l’allarme e chiamato i Carabinieri. Ma quando i militari sono arrivati sul posto e hanno forzato la porta, era troppo tardi: hanno trovato il corpo senza vita del 31enne. L’ufficiale giudiziario, sotto shock dopo la scoperta, è stata soccorsa dai sanitari del 118.
IL FUNERALE
Ciro era residente a Caivano ma originario di Cardito. I funerali si svolgeranno giovedì 27 febbraio, alle 18, alla Parrocchia di San Biagio a Cardito.
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