L’uso degli schermi da parte dei bambini è onnipresente, soprattutto da parte dei bambini piccoli, che mostrano un aumento dopo la pandemia. Uno studio spiega che ruolo possono ricoprire i genitori
I bambini trascorrono sempre più tempo davanti agli schermi, che siano tv, smartphone, tablet o consolle e questo ha delle ripercussioni sulla crescita e lo sviluppo. Uno studio sui bambini latinoamericani pubblicato sulla rivista Plos One, ha indagato come l’esposizione agli schermi può influenzare la capacità di linguaggio e dei piccoli, ma anche in che modo può influire il ruolo dei genitori nell’utilizzo di questi dispositivi tecnologici.
Lo studio su bambini e schermi
La ricerca si è basata su un campione di 1878 bambini piccoli dai 12 ai 48 mesi, provenienti da 19 paesi del Sud America. Ai genitori è stato chiesto di riferire informazioni sul tipo device utilizzato, il tempo di utilizzo degli schermi, il tempo di esposizione ai libri e quanto spesso un adulto della famiglia condivide lo schermo con il bambino e quale tipologia di contenuto consumano. Sempre i genitori hanno poi fornito informazioni su alcune tappe fondamentali della crescita dei propri figlia, sia dal punto di vista motorio che per il linguaggio.
I risultati dell’indagine
Dalla ricerca è emerso che la tv e la televisione di sottofondo erano gli schermi più utilizzati dai neonati, con un utilizzo medio rispettivamente di circa 60 e 90 minuti al giorno. Solo 172 neonati (9,12%) del campione totale non utilizzavano questo schermo. I telefoni cellulari erano il secondo schermo più utilizzato, con 30 minuti in media al giorno e solo 611 neonati (32,63%) non utilizzavano questo tipo di schermo. I computer e i tablet erano gli strumenti meno utilizzati dai bambini, mentre per il tipo di contenuti prevale l’intrattenimento (59,9%), seguito dalla musica (28,7%) e infine i contenuti educativi (15,3%).
Schermi e linguaggio
In generale è emerso che un tempo di utilizzo maggiore dello schermo era correlato a punteggi più bassi dello sviluppo linguistico e motorio. In sostanza più tempo i bambini trascorrevano davanti a pc o tv, o avevano gli schermi accessi come sottofondo, minore era la capacità di articolare frasi e la densità lessicale. Al contrario, un maggiore utilizzo dei libri potava a uno sviluppo del linguaggio e della densità lessicale.
Alcuni aspetti positivi
L’esposizione agli schermi è dunque associata, in questo come in altri studi, a impatti negativi sulla crescita dei bambini. Tuttavia si riscontrano anche lati positivi nei device tecnologici, a cominciare dalla presenza dei genitori che verificano l’utilizzo effettivo dei dispositivi. Oppure la presenza di contenuti educativi e interattivi e non una fruizione passiva. In questo caso, specificano i ricercatori, gli schermi possono giocare un ruolo positivo nello sviluppo motorio e linguistico.
L’esposizione agli schermi in America Latina
Lo studio ha quantificato il tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi, segnalando dati simili a quelli di altri paesi. Nello specifico le rilevazioni parlano di oltre un’ora al giorno per la televisione e la tv lasciata accesa in sottofondo, un valore elevato che, secondo gli autori della ricerca, deve far riflettere sull’importanza di creare interventi sui piccoli e che siano incentrati sull’uso responsabile dei media.
L’importanza della lettura
Lo studio sudamericano si è soffermato anche sul ruolo della lettura, in particolare quella ad alta voce, per lo sviluppo del linguaggio dei bambini. Un tema su cui si discute anche in Italia, dove opera l’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi. Andrea Cangini, Presidente dell’Osservatorio, ha spiegato in una intervista a TeleAmbiente che “la rivoluzione digitale fa parte del nostro tempo, non è arrestabile e migliorerà la qualità della nostra vita da tanti punti di vista, ma è evidente che il vecchio mondo vada conciliato con il nuovo mondo”.
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