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Obesità, nel 2050 ne soffrirà oltre il 60% della popolazione

L’hanno già ribattezzata l’epidemia del secolo, l’obesità, ormai considerata una vera e propria malattia, continua ad aumentare in tutto il mondo e al momento sembra inarrestabile.

In occasione della Giornata mondiale contro l’Obesità celebrata ogni 4 marzo, la rivista Lancet ha pubblicato uno studio che evidenzia quanto il fenomeno sia diffuso. Al momento nel mondo un adulto su due è obeso, nel 2050, se non avverrà un cambio di tendenza, l’obesità riguarderà più del 60% della popolazione. Zone come Oceania, Nord Africa e oriente Medio hanno una popolazione obesa che supera il 60% del totale. Anche America Latina e Caraibi sono interessate pesantemente dalla piaga.

Il fenomeno non risparmia i bambini, le previsioni danno un terzo dei minori affetti da obesità entro il 2050. Al momento l’obesità riguarda il 20% dei minori. Secondo i dati diffusi dall‘Unicef, Nel mondo, nel 2022, 37 milioni di bambini e bambine di età inferiore ai 5 anni e oltre 390 milioni di bambini, bambine e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 19 anni erano in sovrappeso; Nel 2023, in Italia il 28,8% dei bambini e delle bambine fra gli 8 e i 9 anni era in sovrappeso/con obesità.

Sovrappeso e obesità rappresentano nuove e crescenti minacce per la salute dei bambini e delle bambine;  malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano. Con la facile accessibilità di cibi poco sani e a basso costo, i bambini e le bambine – soprattutto quelli in condizioni di povertà – non ricevono la dieta nutriente di cui hanno bisogno per una crescita sana”– ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia.

I bambini italiani sono i più a rischio obesità in Europa, nel Paese culla della dieta mediterranea sono sempre meno le famiglie che seguono questo stile di vita alimentare e i risultati si vedono. In particolare nel Sud Italia i bambini obesi raggiungono il 43%. Questi bambini hanno una maggiore probabilità di sviluppare malattie croniche da adulti.

Tra le cause dell’epidemia di obesità, la dieta è uno dei maggiori fattori di rischio. La diffusione dei cibi pronti ultra processati a discapito del consumo diario e abbondante di frutta e verdura, la diffusione delle bevande gassate contenenti alti livelli di zuccheri e la totale assenza di legumi nella dieta, giocano un ruolo cruciale. Altro fattore di rischio è la sedentarietà, le ore passate davanti la televisione o agli schermi di cellulari e computer non sono compensate da attività all’aperto o da attività fisica moderata.

L’obesità costituisce un problema di salute per via delle patologie ad essa associate; diabete, malattie dell’apparato cardiovascolare, malattie respiratorie, cancro. Si tratta di un problema anche per il peso eccessivo sul sistema sanitario di una popolazione sempre meno sana.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) l’attenzione degli operatori sanitari al problema è bassa, soprattutto nel Meridione”stando ai dati Passi: meno della metà degli intervistati in eccesso ponderale riferisce di aver ricevuto dal proprio medico il consiglio di perdere peso. L’attenzione è indirizzata soprattutto alle persone obese, molto meno a quelle in sovrappeso.”

Un problema perché secondo l’ISS  la quota di persone in eccesso ponderale che dichiara di seguire una dieta è significativamente maggiore fra coloro che hanno ricevuto il consiglio medico rispetto a quelli che non lo hanno ricevuto, il 46% contro il  17%.

Tra gli interventi chiesti dai nutrizionisti a gran voce ci sono provvedimenti come la sugar tax, la cui entrata in vigore in Italia viene rimandata di anno in anno, la distribuzione di pasti sani nelle mense scolastiche e il divieto di pubblicizzare cibi spazzatura tra i più giovani.

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