RIMINI – Manuela Bianchi è entrata in procura a Rimini questa mattina come “persone informata sui fatti” sull’omicidio della suocera, Pierina Paganelli. All’uscita risulterà iscritta nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di favoreggiamento. Indiscrezioni da giorni lasciavano intendere presto l’arrivo di una novità importante sulle indagini che puntano a fare luce sul delitto della 78enne, uccisa con 29 coltellate nel garage di casa, la notte del 3 ottobre 2023, in via del Ciclamino a Rimini e per cui l’unico indagato è Louis Dassilva, (ex) amante della Bianchi.
L’INTERROGATORIO SUI “MINUTI DI SILENZIO” CHE NON QUADRANO
Così non è proprio una doccia fredda la decisione della procura, arrivata nel corso dell’interrogatorio di questa mattina, 4 marzo, della donna, incentrato sulla ricostruzione del momento del ritrovamento del corpo della suocera. Bianchi è infatti colei che ha scoperto il cadavere, senza però riconoscere in un primo momento la sua identità alle 8.06 della mattina. Ma ha aspettato le 8.20 per chiamare i soccorsi. Non solo le telecamere nei garage colgono 4 lunghi minuti di silenzio prima del pianto registrato della donna. Su quei 14 minuti intercorsi e, in particolare sui 4 minuti di silenzio, gli investigatori le hanno chiesto conto per capire se fosse stata davvero sola o se l’assassino potesse essere ancora presente nel garage.
IL FRATELLO: “QUI PER DARE CONFORTO”
A quanto pare, quello che la Bianchi ha detto agli inquirenti non è stato convincente. L’interrogatorio ha avuto una breve pausa in cui il fratello di Manuela Bianchi, Loris, ha raggiunto la procura: circondato all’ingresso dai cronisti ha risposto a numerose domande. Ha spiegato di essere lì “per dare conforto” alla sorella. E sull’ipotesi di essere anche lui chiamato a dare dei chiarimenti ai Pm ha assicurato che non si tirerà indietro: “Come ho sempre fatto”, ha puntualizzato”. E “Se avesse mentito anche a me? Beh mi farebbe molto arrabbiare con lei, ma aspetto di vederci più chiaro”, ha detto.
A interrogatorio in corso, Davide Barzan, il consulente criminalista della Bianchi, fratello del suo legale Nunzia Barzan- è intervenuto dal palazzo di giustizia. Parlando con i giornalisti sulla possibilità – cosa poi avvenuta- che l’assistita venisse iscritta nel registro degli indagati, ha commentato: “La presenza di mia sorella può essere indicativa in questo senso, ma vediamo cosa deciderà il Pm. L’eventuale indagine ricordo che sarebbe comunque a tutela dell’indagato stesso”.
La ‘svolta’ arriva anche dopo che gli inquirenti, lo scorso 20 febbraio, hanno interrogato nuovamente Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva, unico indagato per l’assassinio della suocera di Manuele Bianchi. Un interrogatorio in cui risulta che la donna si sia avvalsa della facoltà di non rispondere e che non ha avuto conseguenze sul suo coinvolgimento nelle indagini.
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