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Temu e gli acquisti a prezzi stracciati. Ecco dove finiscono i nostri soldi

Cosa vuol dire acquistare su pittaforme low cost come Temu? Alimentare i paradisi fiscali. La nuova inchiesta di Milena Gabanelli.

Pensiamo di fare un affare comprando da piattaforme online che vendono a prezzi stracciati. Ma cosa si nasconde dietro attività come quella del colosso del fast fashion Shein, o Temu, l’e-commerce che solo in Europa ha oltre 90 milioni di utenti?

Milena Gabanelli e Mario Gerevini nell’inserto del Corriere della Sera DATAROOM spiegano come funziona, chi comanda e incassa dai giganti dell’e-commerce come Temu.

@dataroom_milenagabanelli Andiamo su Temu, cerchiamo un prodotto, lo troviamo a prezzi stracciati. Pensiamo di aver fatto un affare. In realtà stiamo comprando da aziende sconosciute (soprattutto cinesi), col serio rischio che la merce sia illegale o contraffatta. E in tutto ciò i nostri soldi finiscono per arricchire paradisi fiscali alle Cayman. Vediamo come funziona, chi comanda e incassa da questo gigante dell’e-commerce, che solo in Europa ha oltre 90 milioni di utenti. #temu ♬ suono originale – Dataroom di Milena Gabanelli

Chi c’è dietro al gigante dell’e-commerce Temu?

Come spiega Milena Gabanelli, la società che controlla TEMU è PDD Holdings, ufficialmente registrata a Dublino, sede centrale a Shanghai, mentre quella legale e fiscale alle Isole Cayman. Si tratta di una società quotata in borsa che capitalizza circa 170 miliardi di dollari, “tre volte più di Generali, 60 mld più di Nike”.

Chi c’è a capo di questo impero? Il proprietario e fondatore si chiama Colin Zheng Huang, 45 anni, ex ingegnere di Google, residente in Cina, ma incassa i profitti alle Cayman, “dove le tasse sugli utili stanno a zero”, spiega la Gabanelli. Questi vengono poi distributi sui conti di tre finanziarie (Walnut Street ltd, Walnut Management ltd, Steam Water ltd) e in un trust di famiglia, tutto domiciliato alle Isole Vergini Britanniche, noto paradiso fiscale.

Huang è uno degli uomini più ricchi del mondo: controlla il 34,6% delle azioni di PDD Holdings e il 60% dei diritti di voto, il che significa che il suo patrimonio personale supera oggi i 60 miliardi di dollari.

Sempre alle Cayman transita la gestione finanziaria anche del fondatore e maggiore azionista di TikTok e quello del fondatore della più grande piattaforma di fast fashion Shein.

Cosa vuol dire acquistare quindi su queste pittaforme low cost? Alimentare i paradisi fiscali e le aziende cinesi che vendono merce contraffatta ma anche pericolosa, uccidendo le aziende che invece rispettano quegli standard europei che noi stessi come consumatori abbaimo voluto.

La Commissione Europea ha aperto anche un’indagine nei confronti di Temu. L’accusa è quella di vendere prodotti illegali e di usare meccanismi che creano “dipendenza”, in contrasto con il Digital services act.

Secondo un’indagine di Altroconsumo, su 28 prodotti acquistati su Temu tra giocattoli e cosmetici, in 15 ha riscontrato una o più non conformità rispetto alle norme vigenti, sono fuori legge o non dovrebbero essere venduti sul mercato europeo.

Anche per Shein la Commissione europea ha aperto un’indagine sull’e-commerce cinese di fast fashion per presunte violazioni della normativa sulla tutela dei consumatori.

Un test della rivista tedesca dei consumatori Oko-Test ha rivelato, inoltre, nei prodotti Shein la presenza di sostanze pericolose come piombo, cadmio e ftalati, vietati in diversi capi di abbigliamento, anche per bambini.

Ma questa non è una novità, come dimostra nel 2022 l’organizzazione ambientalista Greenpeace nel rapporto “Taking the Shine off SHEIN: A business model based on hazardous chemicals and environmental destruction”.

“Shein da anni è noto per i suoi costi sociali, per la sua filiera produttiva che ci restituisce prodotti a prezzi davvero irrisori e dal massiccio uso di sostanze chimiche. afferma a TeleAmbiente Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento Greenpeace Italia – Per il competitor Temu, abbiamo scoperto che i capi arrivano in Italia direttamente dalla Cina via aerea, impiegando pochi giorni per essere spediti. Ogni pacchetto percorre, solo nel viaggio di andata, circa 10mila km, con un equivalente impatto in termini di CO2. Basso costo dei prodotti, alto costo ambientale”.

L’articolo Temu e gli acquisti a prezzi stracciati. Ecco dove finiscono i nostri soldi proviene da Notizie da TeleAmbiente TV News.

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