Preoccupa anche la situazione delle temperature sempre più alte anche nel corso dell’inverno meteorologico. I mesi invernali sono sempre più caldi e secchi, con possibili ripercussioni sulle risorse idriche (anche in Italia).
La crisi climatica è destinata ad essere un tema sempre meno dibattuto all’interno dell’agenda politica internazionale, ma il problema rimane ed è sempre più grave. Lo confermano le ultime rilevazioni di Copernicus, che nel suo ultimo bollettino mensile, relativo allo scorso mese di febbraio, fa sapere che il ghiaccio marino artico ha raggiunto il minimo storico per il mese, con un valore inferiore dell’8% rispetto alla media. Si tratta, tra l’altro, del terzo record mensile consecutivo. Va ancora peggio in Antartide, dove i ghiacci marini presentano un’estensione del 26% inferiore rispetto alla media. Non si tratta di un minimo storico assoluto, ma solo perché, come spiega Copernicus, “il ghiaccio marino artico si sta avvicinando alla sua massima estensione annuale, che di solito si verifica a marzo“.
Non va meglio per quanto riguarda le temperature globali: lo scorso mese è stato il terzo febbraio più caldo di sempre, con una temperatura media dell’aria superficiale di 13,36°C, +0,63% rispetto alla media mensile nel periodo 1991-2020 e +1,59°C rispetto alla media stimata del periodo preindustriale (1850-1900). Si tratta del diciannovesimo mese, negli ultimi venti, in cui la temperatura media globale dell’aria superficiale ha superato di oltre 1,5°C i valori del livello preindustriale.
“Prosegue la serie di temperature record o quasi record osservate negli ultimi due anni” – ha spiegato Samantha Burgess, responsabile strategica per il clima dell’ECMWF – “Una delle conseguenze di un mondo sempre più caldo è lo scioglimento dei ghiacci marini, e la copertura minima record o quasi record dei ghiacci marini ad entrambi i Poli ha spinto la copertura globale dei ghiacci marini al minimo storico“.
La temperatura media globale per l’inverno boreale 2025 (periodo compreso tra gli scorsi mesi di dicembre e di febbraio) è stata la seconda più alta mai registrata (+0,71°C sopra la media 1991-2020 ma -0,05°C in meno rispetto allo stesso periodo ma un anno fa). Nel periodo compreso tra marzo 2024 e febbraio 2025, la temperatura media è stata di +0,71°C rispetto alla media 1991-2020 e +1,59°C rispetto al periodo preindustriale. Non va meglio per quanto riguarda l’Europa, che nell’inverno appena passato ha fatto registrare la seconda temperatura media più alta di sempre dopo l’inverno del 2020. A febbraio, la temperatura media superficiale in Europa è stata invece più bassa, ma si tratta comunque di una media. In tal senso, si sono registrati valori al di sopra della media nel Nord della Scandinavia, in Islanda e nelle Alpi, ma anche valori ampiamente sotto la media nell’Europa orientale.
Stesso discorso per altre zone del mondo. Temperature sopra la media in gran parte dell’Artico, nel Nord del Cile e dell’Argentina, nell’Australia occidentale e nel Sud-Ovest degli Stati Uniti e del Messico. In altre aree degli Stati Uniti e in Canada, invece, le temperature si sono attestate al di sotto della media, così come le aree del Mar Nero, del Mar Caspio, del Mediterraneo orientale, nella Russia meridionale, in Mongolia, in Cina e in Giappone.
Il mese di febbraio 2025 si è anche rivelato estremamente secco, specialmente nell’Europa centrale e orientale, nella Spagna sud-orientale e in Turchia. Ma anche nel Nord America, nell’Asia sud-occidentale e centrale, nella Cina orientale, in Australia e in gran parte del Sud America. Più umido, invece, in Irlanda, Regno Unito, Islanda, parte della Francia meridionale e dell’Italia centrale, ma anche negli Stati Uniti orientali e occidentali, in Alaska e in alcune parti del Canada, nella Penisola arabica, nella Russia centrale e nell’Asia centrale.
Sempre nello scorso febbraio, il passaggio di vari cicloni ha causato danni significativi nell’Africa sud-orientale e nel Pacifico meridionale. Un fenomeno dovuto probabilmente anche all’anomalia della temperatura media della superficie del mare (SST), che a febbraio è stata di 20,88°C tra 60°S e 60°N (il secondo valore più alto mai registrato a febbraio, -0,18°C rispetto al record di febbraio 2024).
La situazione in Italia non è di certo migliore rispetto a quella globale. L’Osservatorio di Anbi sulle Risorse Idriche, infatti, rende noto che nel corso dell’inverno meteorologico le temperature sono sempre state al di sopra della media, con picchi addirittura di 7-8°C in gran parte del territorio nazionale. C’è poi da registrare una quasi totale assenza di precipitazioni, anche nevose, in varie zone d’Italia, che si riflette anche nella disponibilità idrica negli invasi e nella portata dei corsi d’acqua. La situazione è assolutamente allarmante in Puglia, mentre migliora, anche se non abbastanza da scongiurare nuove emergenze, in Sicilia, Basilicata, parte della Sardegna, Lazio, Umbria, Abruzzo e Campania.
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