ROMA – Sono passate sei settimane, e Trump non ha ancora reso pubblici i nomi dei finanziatori della sua transizione alla Casa Bianca, nonostante avesse preso un impegno esplicito. Nella mareggiata di provvedimenti che Trump ha dato in pasto alla stampa da quando è tornato Presidente, questo dettaglio è passato in secondo piano.
L’organizzazione della transizione presidenziale, necessaria per occupare migliaia di posizioni federali, richiede mesi di lavoro e ingenti finanziamenti, spiega il New York Times. In passato, inclusa la transizione di Trump nel 2017, si è fatto ricorso sia a fondi pubblici che a donazioni private, con la trasparenza dei contributi garantita entro 30 giorni dall’insediamento, secondo gli accordi con l’amministrazione uscente.
Tali accordi garantivano accesso a milioni di dollari in fondi federali e a servizi logistici, in cambio dell’adesione a norme rigorose, inclusa la divulgazione obbligatoria delle donazioni. Tuttavia, la squadra di transizione del 2024 di Trump ha scelto di non sottoscrivere alcun memorandum con l’amministrazione uscente, dichiarando di voler “risparmiare i soldi dei contribuenti” e finanziarsi esclusivamente con fondi privati. Contestualmente, aveva promesso di rendere pubblici i nomi dei donatori e di non accettare contributi dall’estero. Nessun dettaglio, però, è stato finora divulgato.
Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, non ha rilasciato commenti, così come Howard Lutnick, attuale segretario al Commercio, e Linda McMahon, da poco confermata come segretario all’Istruzione, entrambi coinvolti nella gestione della transizione. Un portavoce della General Services Administration ha confermato che il team Trump-Vance non è obbligato alla trasparenza sui donatori, avendo rifiutato i fondi e i servizi previsti dal memorandum d’intesa.
Nel 2016, la transizione di Trump aveva rivelato dettagli precisi sui suoi finanziatori: 3.000 tra individui, aziende e gruppi di interesse avevano contribuito con un totale di 6,5 milioni di dollari, con un tetto di 5.000 dollari per ciascun donatore. Per la transizione del 2024, invece, si sa poco o nulla. Il team ha operato principalmente da West Palm Beach, Florida, senza utilizzare infrastrutture governative, e sembra aver ricevuto un forte sostegno da Elon Musk, che ha investito circa 288 milioni di dollari.
Trump Vance 2025 Transition Inc. è registrata in Florida come un’organizzazione non-profit di tipo “dark money”, esente dall’obbligo di dichiarare i propri finanziatori all’Internal Revenue Service. La raccolta fondi inaugurale di Trump ha raggiunto i 170 milioni di dollari, un record per una presidenza USA. A differenza della transizione, il comitato inaugurale deve dichiarare le proprie entrate alla Federal Election Commission, sebbene il report ufficiale non sia ancora stato presentato. Tra i donatori di alto profilo già noti figurano Amazon, Meta, Google e Microsoft, ciascuna con un contributo di 1 milione di dollari. Anche Kraken, exchange di criptovalute precedentemente citato in giudizio dalla SEC, ha donato 1 milione di dollari. Curiosamente, la SEC ha recentemente ritirato il caso contro Kraken e, la scorsa settimana, ha fatto lo stesso con Coinbase, un altro exchange di criptovalute che ha finanziato l’insediamento di Trump con la stessa cifra.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it