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La scoperta: una proteina da sempre studiata nel cervello ora identificata in alimenti e diete salubri

ROMA – Una straordinaria scoperta segna un passo significativo nella ricerca biomedica. Presso il Laboratorio di Epidemiologia e Biotecnologie dell’Università di Roma Foro Italico, diretto dal professor Vincenzo Romano Spica, e in collaborazione con il professor Fabrizio Michetti, già direttore dell’Istituto di Anatomia dell’Università Cattolica e ora collaboratore della Start Up di Ricerca GeneS e dell’Università di Roma Foro Italico, è emerso un dato innovativo: la proteina S100B, precedentemente studiata esclusivamente nel cervello, è stata identificata in alcuni alimenti e nelle diete salubri.
S100B, COSA SI É SCOPERTO
La proteina S100B, nota per il suo ruolo centrale nella neurobiologia, è stata oggetto di studi approfonditi per la sua funzione nel sistema nervoso centrale, in particolare come marcatore biologico in diverse patologie neurologiche. Tuttavia, le ricerche recenti condotte dal team dell’Università di Roma Foro Italico hanno rivelato la sua presenza anche in alimenti e in combinazione con regimi dietetici sani, suggerendo una connessione diretta tra la proteina e la regolazione della microflora intestinale, ovvero il microbiota.
“Questa scoperta segna un cambiamento fondamentale nella nostra comprensione della proteina S100B e del suo impatto sulla salute- afferma Vincenzo Romano Spica- I risultati della nostra ricerca suggeriscono che S100B potrebbe giocare un ruolo importante nel bilanciamento del microbiota intestinale, contribuendo a migliorare la salute generale sin dall’allattamento al seno e prevenendo malattie legate al microbiota tramite diete equilibrate ad alto contenuto di S100B. Questo apre la strada a nuove terapie e approcci per trattare disbiosi intestinale e disturbi correlati, come la malattia di Crohn”.
PRESENTE IN ALIMENTI COMUNI COME MELE E LATTICINI
Michetti, che per decenni ha studiato S100B nel contesto neurologico, commenta: “La scoperta della sua presenza in alimenti comuni, come mele e latticini, è davvero affascinante. La proteina S100B è stata a lungo riconosciuta per il suo ruolo cruciale nel cervello, ma questa nuova evidenza suggerisce una possibile interazione tra intestino e cervello, un campo che sta suscitando crescente interesse nella comunità scientifica. Le implicazioni potrebbero estendersi a una serie di disturbi neurologici e metabolici”.
Gli sviluppi futuri della ricerca porteranno a una comprensione più approfondita del ruolo di S100B nella regolazione del microbiota intestinale, con potenziali applicazioni terapeutiche mirate a migliorare la salute intestinale e prevenire disfunzioni legate al microbioma. Questa scoperta ha il potenziale di portare a strategie nutrizionali innovative, finalizzate a migliorare la salute mentale e intestinale, contribuendo a trattamenti e diete mirate per regolare la microflora intestinale e prevenire malattie legate al microbiota.
Michetti e Romano Spica esprimono il loro “sincero ringraziamento all’intero team di ricerca, il cui lavoro instancabile e la collaborazione scientifica hanno reso possibile questo straordinario passo avanti. Un sentito ringraziamento va anche al network di collaboratori, esperti in biotecnologie e nutrizione, e alla Start Up di ricerca GeneS, che ha contribuito al progetto. La sinergia tra scienziati e istituzioni accademiche ha costituito un volano positivo, alimentando la speranza di nuove soluzioni innovative per la salute umana. L’importanza di questa scoperta non solo potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della proteina S100B, ma potrebbe anche aprire nuove prospettive per la medicina preventiva e la nutrizione funzionale”.Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

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