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L’Inviato di Trump per l’Ucraina: “Abbiamo colpito Zelensky sul muso come si fa coi muli. Per fargli capire che facciamo sul serio”


ROMA – “E’ un po’ come colpire un mulo sul muso. Catturi la sua attenzione”. Poiché lo staff di Trump è fatto a immagine e somiglianza del pirotecnico presidente degli Stati Uniti non sorprende che l’inviato statunitense per l’Ucraina, Keith Kellogg, abbia davvero usato la sottile metafora – parlando al Council on Foreign Relations a Washington – per descrivere la sospensione degli aiuti militari di intelligence all’Ucraina (e la possibile deportazione dei suoi rifugiati negli Usa). Il mulo bastonato sarebbe per l’appunto il presidente (ex) alleato Zelensky.

“Facciamo loro sapere che questo Presidente è molto serio a riguardo e che porremo fine a questa guerra. E questo è un modo per assicurarci che capiate che siamo seri a riguardo. Quindi è dura? Certo che lo è, ma… non è che non sapessero che sarebbe successo. Sono stati avvertiti che sarebbe successo. Gliel’ho detto io, e gliel’hanno detto anche la settimana scorsa. Hanno la capacità, con le risorse a loro disposizione, di continuare a portare avanti la lotta, di farlo, ma se togli il supporto in questo modo, ovviamente è importante, lo sappiamo. E’ uno dei motivi per cui è stato fatto. E penso che, come risultato di ciò, si rendano conto che facciamo sul serio e che anche loro devono fare sul serio”.

Kellogg dice che “questo è uno di quei casi in cui, molto candidamente, se la sono cercata, gli ucraini”, riferendosi allo scontro nello Studio Ovale. “Abbiamo parlato con il presidente Zelensky prima di quell’incontro, c’erano 13 senatori americani… abbiamo detto, okay, entra, abbiamo un accordo sui metalli preziosi, firmerai l’accordo, pranzerai, farai una conferenza stampa, uscirai, a destra del palco, e sei pronto per andartene. Non si negoziano discussioni di pace in pubblico. Non si cerca di sfidare il Presidente degli Stati Uniti nello Studio Ovale. E lui era stato preavvisato. Non è che il presidente Zelensky non fosse stato informato che questo è ciò che volevamo dagli ucraini”.Per Kellogg “non è finita, è una pausa”: “La mia convinzione personale è che non si va avanti finché non si ottiene un documento firmato, punto. Aveva la possibilità di farlo quando ero in Ucraina, ma non l’hanno fatto; avevano la possibilità di farlo la settimana scorsa, ma non l’hanno fatto. C’è differenza tra offrirsi di farlo e farlo davvero. Firma il documento”.”Abbiamo cercato di far capire al presidente Zelensky e al suo team: guardate, quando vi impegnate economicamente con qualcuno, non importa se si tratta di avviare un franchising di McDonald’s o di metalli preziosi, state investendo voi stessi, diplomaticamente, militarmente, economicamente nel futuro di questo Paese. Per noi si tratta di un argomento molto importante, perché il presidente Trump è un leader transazionale e le transazioni iniziano dall’economia”.
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