ROMA – Una commissione d’inchiesta per indagare sulle uccisioni dei giorni scorsi nelle regioni di Latakia e Tartus, roccaforti della comunità degli alawiti in riva al Mediterraneo, è stata costituita su decisione del presidente ad interim della Siria, Ahmed Al-Sharaa, noto anche con il soprannome di “Al-Jolani”.Nelle violenze tra unità militari e fazioni, ma anche in episodi di rappresaglia contro i civili, sarebbero state uccise centinaia di persone. Almeno 973 stando a una stima dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione con base a Londra ma con contatti a Damasco e in altre regioni del Paese.In un discorso pronunciato ieri, Al-Sharaa ha denunciato il rischio di un nuovo conflitto civile e ha accusato per le violenze i seguaci “dell’ex regime”, un riferimento al governo del presidente Bashar Al-Assad, destituito e costretto a fuggire dalla Siria lo scorso 8 dicembre.
Secondo l’emittente Al Jazeera, ieri gli scontri hanno avuto come epicentro la cittadina di Qardahah, nella regione di Latakia. Della zona sono originari gli Al-Assad, al potere per mezzo secolo, prima con il padre Hafez e poi con il figlio Bashar. Combattimenti sono stati segnalati anche a Baniyas, nella regione di Tartus. Questa cittadina è sede di una delle principali raffinerie di petrolio della Siria, che sarebbe stata assaltata da milizie in lotta contro il nuovo potere.
Al-Sharaa è a capo di Hayat Tahrir Al-Sham, una formazione islamista di matrice sunnita che ha avuto per anni come base la regione di Idlib, nel nord-ovest della Siria.
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