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Gabry Ponte all’Eurovision: “Tutta l’Italia inno sovranista? Sono solo manipolazioni”. E su Lucio Corsi: “Lo stimo”


Ph. Pier Costantini

ROMA – Gabry Ponte, come previsto da tutti i pronostici, è riuscito a conquistare un posto all’Eurovision vincendo San Marino Song Contest con “Tutta l’Italia”. Il suo tormentone sarà in gara durante la semifinale del 13 maggio, unico scoglio che separa il dj torinese dalla finalissima in cui l’Italia parteciperà con Lucio Corsi.

Intervistato dal Corriere della Sera, Ponte ha risposto a chi non ha visto di buon occhio il fatto che sarà portabandiera di San Marino con un brano che, invece, celebra l’Italia.

“È strano questo meccanismo: l’Italia non potrà votare per l’Italia, ma potrà votare un brano che si chiama ‘Tutta l’Italia’. All’inizio mi sono chiesto se sarebbe stato recepito male, ma direi di no. È un pezzo che celebra l’italianità nel mondo ed è il messaggio della musica che deve passare. Ci sarà un sacco di Italia a questo Eurovision e credo sia una vittoria per tutti”, ha commentato.

“NON VADO ALL’EUROVISION PER VINCERE”

Il pezzo rimarrà nella sua forma originaria, in italiano: “Non ci ho ancora pensato, ma credo di no. Finora è piaciuta in italiano, quindi ‘cavallo che vince non si cambia’. Anche perché non vado a Eurovision per vincerlo, lo spirito non è quello di accaparrarmi la benevolenza cambiando lingua. Andremo a divertirci e cercheremo di fare quel che è giusto per il pezzo”.

C’è chi ha amato “Tutta l’Italia”, jingle ufficiale di Sanremo 2025, e chi lo ha criticato accusandolo di essere un pezzo sovranista: “Sono tutte manipolazioni in cui viene dimenticata una cosa fondamentale: la musica è nata per far divertire la gente, veicola spensieratezza. C’è l’ironia che in questa equazione ha un peso importante, non bisogna prendere tutto sul serio e cercare dietrologie in una canzone. L’abbiamo scritta scherzando, senza voler fare né politica né polemica. Abbiamo già tanti problemi e tante realtà che ci dividono in questo periodo, a livello socio-politico. Alla musica lasciate fare il suo lavoro che è quello di unire”.

“Ho imparato- ha aggiunto- che non si può piacere a tutti, mi focalizzo sulle persone che amano quel che faccio e io di indole non presto attenzione a quel che non mi piace. Evidentemente c’è chi non la pensa così, ma bella per tutti”.

“HO MOLTA STIMA DI LUCIO CORSI, SPERO DI CONOSCERLO PRESTO”

Se Gabry Ponte arriverà in finale dovrà vedersela con “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi. Brano del quale farebbe anche un remix: “Perché no? Dovrei capire se funziona in chiave dance, non tutto si presta. A volte mi metto con grande entusiasmo su un remix e poi mi rendo conto che non funziona, ma per mio gusto dico sì, è un brano che mi piace molto”.

I due ancora non si sono parlati: “No, non ci siamo incrociati, ma ho molta stima di Lucio. Non voglio fare il paraculo, ma senza conoscere molto bene la sua storia, ho sentito i pezzi di Sanremo la prima sera e uno di quelli che mi hanno colpito di più è stato il suo. Sono felice che sia ad Eurovision perché credo che la musica definisca l’identità e la cultura di un popolo e la nostra tradizione è molto forte nel cantautorato: è bello ci sia un cantautore con la sua storia. Penso anche che il suo personaggio sia in un certo modo giusto per Eurovision e spero di riuscire a conoscerlo presto”.
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