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Tg Esteri, l’edizione di mercoledì 12 marzo 2025

FILIPPINE. EX PRESIDENTE DUTERTE ARRESTATO SU MANDATO CPI

La polizia di Manila ha arrestato l’ex presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, dando così esecuzione al mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale sulla base di accuse di crimini contro l’umanità. I giudici dell’Aia intendono verificare le responsabilità dell’ex capo di Stato, 79 anni, in merito a violenze e uccisioni avvenute durante la cosiddetta “guerra alla droga”, le operazioni di polizia lanciate da Duterte durante il suo mandato, tra il 2016 e il 2022, per contrastare il traffico di stupefacenti. Fonti concordanti avevano stimato in migliaia il numero delle vittime.

PAPA. IL ‘BIOGRAFO’ ZANATTA: POPULISTA CONTRO LE ÉLITES CORROTTE

I “popoli puri” del sud povero contrapposti alle “élites corrotte e scristianizzate” del nord ricco: visioni di papa Francesco, “peronista dalla testa ai piedi” e populista, anti-occidentale, affascinato dalla religiosità comunitaria russa ma secondo una tradizione tutta argentina. Sono gli orizzonti di un’intervista dell’agenzia Dire con Loris Zanatta, professore ordinario di Storia dell’America Latina all’Università di Bologna, ora autore per Laterza di ‘Bergoglio. Una biografia politica’.

SIRIA. SCONTRI E VITTIME IN ROCCAFORTI ALAWITE, DAMASCO ‘INDAGA’

Una commissione d’inchiesta per indagare sulle uccisioni dei giorni scorsi nelle regioni di Latakia e Tartus, roccaforti della comunità degli alawiti in riva al Mediterraneo, è stata costituita su decisione del presidente ad interim della Siria, Ahmed Al-Sharaa, noto anche con il soprannome di “Al-Jolani”. Nelle violenze tra unità militari e fazioni, ma anche in episodi di rappresaglia contro i civili, sarebbero state uccise centinaia di persone. Oltre mille, stando a una stima dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione con base a Londra ma con contatti a Damasco e in altre regioni del Paese.

UGANDA. GIUDICE ORDINA: CAMBIARE NOMI, DECOLONIZZARE KAMPALA

La capitale ugandese Kampala dirà addio ai monumenti del colonialismo britannico e introdurrà nuovi nomi alle strade delle sue città, ancora oggi intitolate a “criminali” e a “figure storiche controverse”: a deciderlo il giudice dell’Alta corte Musa Ssekaana, con una sentenza che ha accolto le istanze di una campagna locale di pressione e sensibilizzazione. Le misure dovrebbero “colpire” tra gli altri il maggiore generale Henry Edward Colville, uno dei primi commissari del protettorato dell’Uganda, e Frederick Lugard, funzionario coloniale noto per i soprusi ai danni della popolazione. L’obiettivo, stando ai promotori della campagna, è “decolonizzare e rinominare” decine di strade e di statue.
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