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Inquinamento marino, acqua, obiettivi 2030, piano idrico – Tg Ambiente

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con Italpress: 1) Inquinamento Zero, l’Europa fa il punto sugli obiettivi al 2030; 2) Acqua, crescono gli investimenti per la sicurezza; 3) Inquinamento marino da navi, per la Corte Ue pochi risultati; 4) A2a, un piano idrico per il bresciano

 

In questo numero del Tg Ambiente, realizzato in collaborazione con TeleAmbiente:

1) Inquinamento Zero, l’Europa fa il punto sugli obiettivi al 2030: L’Unione Europea fa il punto sulle azioni messe in atto per raggiungere l’obiettivo ‘zero emissioni’, fissato per il 2030. La Commissione e l’Agenzia Europea dell’Ambiente hanno pubblicato il secondo rapporto ‘Zero Pollution Monitoring and Outlook’ ed il quarto rapporto ‘Clean Air Outolook’. I rapporti evidenziano che nonostante le politiche dell’Unione Europea abbiano contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico, l’uso di pesticidi ed i rifiuti di plastica in mare, i livelli di inquinamento sono ancora troppo elevati. In particolare se si parla di rilascio di microplastiche nell’ambiente, e produzione di rifiuti. In tutta Europa è migliorata la qualità dell’aria, grazie a sviluppi normativi e riduzione delle emissioni. Tuttavia, il numero di decessi causati dall’aria inquinata rimane troppo alto. Per l’inquinamento acustico, sono necessari maggiori sforzi, in particolare nelle aree urbane, per ridurre il numero di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti. Per microplastiche – si legge nel report – sono necessarie ulteriori misure per affrontare questa fonte di inquinamento. I settori critici sono il tessile, i pneumatici ed i cosmetici. Quanto ai rifiuti, sono necessari maggiori sforzi, poiché la produzione di rifiuti continua ad aumentare nell’UE. Quanto all’Italia, il Belpaese eccelle nel proteggere gli ecosistemi dall’eutrofizzazione. L’obiettivo è passare dal 73% al 55% di aree critiche nel 2030. Nel complesso, l’Europa sta andando nella giusta direzione ma la strada è ancora lunga. Tuttavia – evidenzia la Commissaria europea per l’ambiente, Jessica Roswall – permangono delle sfide, ad esempio nei settori dei trasporti e della gestione dei rifiuti. Microplastiche, inquinamento acustico e inquinanti chimici devono essere affrontati”, così come i PFAS e le sostanze chimiche usate per rimpiazzare quelle tossiche, che talvolta generano le stesse problematiche di quelle precedenti”.

2) Acqua, crescono gli investimenti per la sicurezza: Gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico hanno raggiunto i 65 euro annui per abitante nel 2023, con una crescita stimata fino a 72 euro annui nel 2024 e fino a 80 euro nel 2025, anche per effetto dei progetti legati all’attuazione del PNRR. E’ questo il quadro che emerge dal Quaderno del Blue Book “Investimenti per la sicurezza idrica e la qualità del servizio”, realizzato dalla Fondazione Utilitatis e promosso da Utilitalia, presentato oggi a Roma nella sede del CNEL.
Negli ultimi anni gli investimenti nel comparto idrico hanno subito una trasformazione significativa. Dal 2021 al 2023, i gestori industriali – che nel campione analizzato coprono circa il 66% della popolazione – hanno realizzato investimenti per circa 7,1 miliardi di euro, cifra che sale a 13,2 miliardi se si considerano gli interventi programmati per il biennio 2024-2025 Ancora molto bassi i dati relativi alle gestioni “in economia”, dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico: nel 2023 gli investimenti medi si sono attestati a livello nazionale sui 29 euro per abitante, rispetto ai 65 euro dei gestori industriali.

3) Inquinamento marino da navi, per la Corte Ue pochi risultati: Il 75% dei mari europei mostra un livello critico di inquinamento da rifiuti marini, mentre l’80% delle acque è contaminata da sostanze chimiche. Alla base di questo inquinamento marino ci sono le navi. Cargo, traghetti, pescherecci e imbarcazioni da diporto oggi hanno regole più stringenti che in passato, ma queste norme non sono abbastanza efficaci. A dirlo è la Corte dei Conti europea in una relazione sullo stato dell’inquinamento marino da navi in Ue. La Corte ha evidenziato non solo lacune nell’applicazione delle norme, ma anche diversità di approccio nel monitoraggio da parte degli Stati e, in qualche caso scarsità dei dati raccolti. Fattori che impediscono di capire completamente il percorso di ottemperanza agli obblighi legislativi di prevenzione. Nonostante dal 2014 al 2023, Bruxelles abbia investito oltre 216 milioni di euro in progetti per impianti portuali di raccolta rifiuti e tecnologie anti-inquinamento, il 50% delle navi in demolizione evade gli obblighi di riciclo sostenibile, cambiando la bandiera prima dello smantellamento. Analogamente, le perdite di container in mare (fenomeno in crescita con l’aumento del traffico) rimangono un’incognita statistica: non esiste un sistema obbligatorio per segnalare tutti gli incidenti, e meno dell’1% dei contenitori persi viene recuperato. La relazione evidenzia poi che le sanzioni per gli sversamenti illegali non sono uniformi. In alcuni paesi, le multe arrivano fino a 500 mila euro, in altri costano meno del prezzo di un biglietto ferroviario internazionale. Emblematico è il caso delle reti da pesca abusive: nonostante l’obbligo di recupero introdotto nel 2021, solo 6 paesi membri hanno sanzionato i comandanti per attrezzature abbandonate. Per cambiare rotta, la Corte dei Conti avanza 4 proposte:

  • digitalizzazione delle procedureper ridurre i tempi di intervento dopo le allerte satellitari;
  • armonizzazione delle sanzionicon minimi europei commisurati al danno ambientale;
  • mappatura unificata dei fondi UE, con indicatori di risultato misurabili;
  • sistemi di tracciabilitàper collegare i rifiuti marini alle navi responsabili, ispirati al modello di successo dell’EPR (Extended Producer Responsibility) già usato per la plastica.

4) A2a, un piano idrico per il bresciano: A2A ha inaugurato il depuratore di Calvisano, già operativo. Entro l’anno sarà avviato l’esercizio dell’acquedotto e, successivamente, verrà completata l’intera rete fognaria. Per Calvisano, comune bresciano di 8mila abitanti finora privo di queste infrastrutture, si tratta di un cambiamento storico, reso possibile dall’impegno congiunto dell’Amministrazione comunale e di A2A, che ha avviato un piano per la cura dell’acqua del valore di oltre 81 milioni di euro.

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