ROMA – Nella giornata del tanto atteso colloquio telefonico tra Trump e Putin, Israele riavvia la guerra a Gaza. Nella notte ha lanciato un’ondata di attacchi aerei sulla Striscia: si tratta dell’operazione militare più pesante da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco il 19 gennaio. Sono stati segnalati attacchi in diverse località, tra cui Gaza e Deir al-Balah, Khan Younis e Rafah.
L’attacco a sorpresa ha interrotto un periodo di relativa calma nel mese del Ramadan. Il primo bilancio è pesante: secondo il ministero della Salute di Gaza sarebbero state uccise più di 200 persone, molte delle quali erano donne e bambini.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto di aver ordinato gli attacchi a causa della mancanza di progressi nei colloqui in corso per estendere il cessate il fuoco. E ha accusato Hamas di aver “ripetutamente rifiutato di rilasciare i nostri ostaggi”, respingendo la proroga della fase 1 della tregua concertata con l’inviato in Medio Oriente degli Stati Uniti Steve Witkoff. “Israele, da ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, ha detto in una dichiarazione.
Un alto funzionario di Hamas ha risposto che la decisione di Netanyahu di lanciare questi attacchi equivale a una “condanna a morte” per i restanti ostaggi.
L’esercito israeliano ha affermato che gli attacchi continueranno finché necessario e potrebbero estendersi oltre gli attacchi aerei, aumentando la possibilità che le truppe di terra israeliane possano riprendere a combattere.
La Casa Bianca ha confermato di essere stata informata in anticipo dell’attacco di Israele a Gaza.
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