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Carlotta di Bim Bum Bam: “Bonolis fece di tutto per scalzarmi, rivoleva Manuela…”


ROMA – C’era “Manuela di Manuela-Paolo-e-Uan”. E poi c’era “Carlotta di Bim Bum Bam?”. Sono passati 40 anni e Carlotta Brambilla Pisoni la ricordano ancora così, nonostante la successiva carriera da attrice e conduttrice. Al Corriere della Sera ricorda un po’ di aneddoti: “Vengo presa come attrice nella serie televisiva ispirata al cartone animato Kiss me Licia che aveva come protagonista Cristina D’Avena. Mio padre non la prese bene. Preferiva sicuramente che io continuassi gli studi. Ma c’è un’ulteriore colpo di scena. Dopo Love Me Licia, Licia dolce Licia, Teneramente Licia e Balliamo e Cantiamo con Licia, arriva Bim Bum Bam: è il 1989”.

“Manuela Blanchard, co-conduttrice di Bim Bum Bam assieme a Paolo Bonolis, rimane incinta. E vengo chiamata per un provino. Io tentenno, fingo di avere il gesso alla gamba: Non vengo. Poi ci ripenso e mi presento: il provino fu una ciofeca ma vengo selezionata. Divento un personaggio pubblico e popolare. C’è Paolo Bonolis al mio fianco che ha già la verve dell’artista, ha un altro passo, si vede”.Con Bonolis “ammetto che fu complicato, fece di tutto per scalzarmi e per far tornare prima possibile Manuela. Mentre legai tantissimo con Giancarlo Muratori, grandissimo doppiatore, voce del pupazzo Uan, che mi insegna un sacco di trucchi del mestiere”.

Bonolis lascia dopo un anno e lei resta lì fino al 2000, anno della chiusura di Bim Bum Bam: “Devo dire che sono stati anni incredibili. Con il successore di Paolo, Roberto Ceriotti, siamo ancora molto amici. È stato un periodo della mia vita bellissimo e indimenticabile, lavoravamo no-stop dalle 13 alle 20. Fuori dagli studi di Cologno Monzese — il programma era registrato nello studio 8 — trovavamo migliaia di bambini con i genitori ad aspettarci. Sono gli anni del boom della televisione e noi rappresentavamo un punto fermo per ragazzi e bambini”.

Ricorda Silvio Berlusconi: “Era uno di noi, seguiva il prodotto maniacalmente, lo vedevamo con una certa frequenza. Era curioso, chiedeva a ognuno di noi come andasse, aveva un approccio da capo azienda ma era al contempo paterno. Colpiva l’attenzione nei confronti di chi lavorava per le sue aziende. Quando eravamo all’apice del successo mi è capitato di fare l’animazione delle feste dei figli di Berlusconi. Ed è stato divertente perché ci percepiva come persone di famiglia. Avreste dovuto vedere la sua considerazione nei nostri confronti… Per me la famiglia Berlusconi è intoccabile, non parlo politicamente…”
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