Con oltre 8 miliardi di euro di fatturato l’Ismea certifica il record di vendite all’estero del vino italiano. Un successo quei 22 milioni di ettolitri spediti all’estero, gonfiato in parte delle scorte fatte nelle ultime settimane negli Stati Uniti a causa della minaccia dei dazi di Donald Trump sul settore che portato molti acquirenti ad approfittare dei costi ancora nella norma.
Cresce non soltanto il valore di quanto esportato, per un +5,5% ma anche la quantità del vino esportato con un +3,2%.
Il prodotto più venduto all’estero sono gli spumanti che costituiscono il 25% del nostro export. In quanto a volumi esportati siamo secondi solo alla Francia. Crescono anche i vini a denominazione di origine protetta,DOP, che fanno registrare un +6,5% in valore e 7,6% in volume. Aumentano anche gli IGP (+1,3% in valore, +2,8% in volume) calano le vendite quantitative di vini comuni -7%.
Il mercato di approdo del vino italiano è per eccellenza quello statunitense che acquista il 24% del fatturato complessivo. Segue la Germania con un aumento delle esportazioni del 4%, più timido l’incremento del mercato britannico che registra un +1% per valore e +2% per volume. Seguono i mercati canadese e a sorpresa quello russo che ha aumentato l’import del vino made in Italy del 40% tanto per il volume che per il valore.
Il record arriva però nel momento in cui sul settore pesano dazi annunciati da Trump per l’import statunitense del 200%. “Se la Ue non rimuove i dazi sul whiskey, gli Usa imporranno tariffe del 200% sui tutti i vini, lo champagne e gli alcolici prodotti in Francia e nei Paesi europei”. Questo il messaggio del presidente statunitense non lascia adito a grandi trattative.
I dazi europei sul whiskey (insieme a prodotti come filo interdentale e diamanti) sono stati comminati in risposta ai dazi statunitensi su acciaio e alluminio Ue per il 25% voluti da Trump. Va detto che per alcuni prodotti, come lo Champagne, gli Stati Uniti non hanno una produzione interna da proteggere, come sostenuto da Trump, per cui appare evidente la necessità di trovare un compromesso. In gioco per l’Unione ci sono 5 miliardi di euro di valore di vendite. E le associazioni dei produttori continuano a chiedere la mediazione.
Le minacce di Donald Trump di mettere un dazio del 200% sui vini europei rischierebbero di danneggiare pesantemente le esportazioni di bottiglie tricolori che nel 2024 hanno raggiunto il valore di 1,94 miliardi di euro negli Stati Uniti
— Coldiretti (@coldiretti) March 13, 2025
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