Su Marte sono state individuate molecole organiche a catena lunga, simili agli acidi grassi prodotti dagli organismi viventi sulla Terra. La scoperta, realizzata dal team internazionale guidato dal CNRS francese grazie ai dati del rover Curiosity della NASA, apre nuove prospettive sulla possibilità che il Pianeta Rosso abbia ospitato forme di vita microbica in passato. Il ritrovamento stimola ulteriormente la missione ExoMars 2028, che cercherà tracce di vita passata o presente nel suolo marziano.
Marte non finisce mai di stupire. Sul Pianeta Rosso sono state scoperte le molecole organiche più lunghe di sempre. Una scoperta che spiana la strada alla possibilità che ci sia stata vita sul pianeta.
Un team internazionale di ricercatori, coordinato dal Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (CNRS) francese, ha identificato queste strutture complesse utilizzando lo strumento Sample Analysis at Mars (SAM) a bordo del rover Curiosity della NASA.
Queste molecole, costituite da catene di carbonio contenenti fino a 12 atomi consecutivi, sono simili agli acidi grassi prodotti sulla Terra dagli organismi viventi. La loro presenza su Marte alimenta l’ipotesi che il pianeta possa aver ospitato forme di vita microbica in passato.
Tuttavia, gli scienziati sottolineano che, sebbene queste molecole siano spesso associate ad attività biologica, la loro scoperta non rappresenta una prova definitiva dell’esistenza di vita marziana.
Marte, la scoperta di Curiosity
La scoperta è stata possibile grazie all’analisi di campioni prelevati da una roccia antica di 3,7 miliardi di anni nella regione di Yellowknife Bay, un antico letto lacustre marziano.
Curiosity, attivo su Marte dal 2012, ha utilizzato lo strumento SAM per rilevare queste molecole organiche complesse, dimostrando che il clima secco e freddo del pianeta potrebbe aver preservato tali composti per miliardi di anni.
Questa scoperta offre nuovi stimoli per la missione ExoMars, una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la NASA, il cui lancio è previsto per il 2028. La missione prevede l’invio del rover europeo Rosalind Franklin, dotato di strumenti avanzati per l’analisi del suolo marziano, tra cui un trapano capace di perforare fino a due metri di profondità. L’obiettivo principale è cercare segni di vita passata o presente su Marte, approfondendo le conoscenze acquisite dalle missioni precedenti.
La ricerca di molecole organiche su Marte non è nuova. Oltre a Curiosity, anche il rover Perseverance della NASA ha individuato tracce di composti organici nel cratere Jezero, un antico bacino lacustre. Tuttavia, l’origine di queste molecole rimane incerta, con tre possibili spiegazioni: processi biologici, processi geologici o l’arrivo di materiale organico tramite meteoriti. La distinzione tra queste possibilità richiede ulteriori analisi e missioni future.
La presenza di molecole organiche complesse su Marte solleva domande fondamentali sulla chimica prebiotica e sulle condizioni ambientali del pianeta nel passato. Se queste molecole sono il risultato di processi biologici, ciò implicherebbe che Marte abbia avuto condizioni favorevoli alla vita. Se invece sono di origine abiotica, potrebbero fornire informazioni preziose sulla chimica organica in ambienti extraterrestri.
La missione ExoMars 2028 rappresenta un’opportunità cruciale per approfondire queste tematiche. Il rover Rosalind Franklin sarà equipaggiato con strumenti in grado di analizzare la composizione chimica e mineralogica del suolo marziano, cercando biofirme e valutando l’abitabilità passata del pianeta.
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