BOLOGNA – “Mi devo allontanare per un po’ per curarmi” o qualcosa del genere: questo biglietto, trovato a casa di Stefano Argentino che lunedì pomeriggio ha ucciso a coltellate la 22enne Sara Campanella perchè non voleva stare con lui, lo aveva scritto (pare) la mamma e non lui. Quindi un modo per depistare le indaginie e dargli una mano nell’andarsi a nascondere (gli inquirenti lo hanno trovato nel b&b di famiglia a Noto, nel siracusano) e nel tentativo di sparire, in fuga da un fatto talmente grave ed eclatante (Sara è stata accoltellata per strada, vicino ad una fermata di autobus) che nessuna reale possibilità di fuga di fatto era possibile. La circostanza è emersa dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip per Argentino, mandato in carcere dopo l’interrogatorio di convalida del fermo. È accusato di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà. L’avvocato che ieri era con lui, Raffaele Leone, ha già annunciato che non potrà seguirlo nel prosieguo delle indagini perchè è un civilista. Ieri il ragazzo, che ha 22 anni come la vittima e frequentava il suo stesso corso universitario, il ragazzo ha ammesso l’omicidio. Ma anche lasciato tante domande senza risposta.
Questo strano biglietto, secondo quanto emerso dalla indagini, sarebbe stato scritto dalla madre di Stefano Argentino e non dal ragazzo che ora si trova in carcere. Il 22enne, intanto, si stava dirigendo a Noto, dove c’è questo bed&breakfast gestito dalla madre. Gli investigatori lo hanno rintracciato seguendo il segnale del suo cellulare con un localizzatore. Che questa fuga forsennata potesse essere stata facilitata o aiutata da qualcuno, è stato uno dei primi sospetti degli inquirenti. E ieri il giudice ha citato la presenza di questo biglietto (che sarebbe stato destinato all’altro figlio, fratello maggiore di Stefano) in cui faceva riferimento alla necessità di allontanarsi “per curarsi”. Ma non risultano condizioni di salute, nè di lei nè del 22enne, che prevedessero imminenti cure. Quindi per gli investigatori si tratterebbe di un tentativo di depistare le indagini e coprire l’allontanamento del figlio che lei voleva “aiutare a non farsi trovare”.
IL VIDEO CHE INCASTRA ARGENTINO
Le prove contro Argentino, che ha ucciso Sara Campanella in strada, sono schiaccianti. C’è anche un video che lo inchioda, ripreso dalle telecamere di un distributore di benzina. Nelle immagini, che ieri sono state trasmesse in esclusiva dal Tg1, si vedono lui e Sara camminare affiancati alle 17.15 (lei era da poco uscita dal Policlinico di Messina e se lo è ritrovato davanti poco dopo perchè la stava aspettando e la seguiva). Pochi secondi dopo, sono ancora inquadrati ma lei cammina leggermente più avanti e lui dietro. E a un certo punto si intravedono dei movimenti che sembrano essere il primo colpo sferrato da Argentino, il quale nelle immagini sembra avere un coltello in mano. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: a quel punto il 22enne stalker ha tirato fuori il coltello (che non è ancora stato trovato) e ha cominciato a colpire la ragazza. La testimonianza di una donna che si trovava alla fermata dell’autobus è del tutto coerente con questa scena: Ha parlato di urla e detto che Sara anche urlato a Stefano Argentino “Basta, lasciami stare“. La testimone ha raccontato di aver visto la 22enne scappare in preda al panico, correndo piegata su se stessa per il dolore dei colpi ricevuti. La testimone ha visto anche Argentino con il coltello in mano e lo ha poi visto correre via, su un’auto. Mentre Sara era ormai a terra e perdeva tanto sangue. Portata di corsa in ospedale, è morta lì poco dopo l’emorragia troppo forte.
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