Di Vania Vorcelli e Maurizio Papa
BOLOGNA – Paolo Casiraghi, Alessandro D’Andrea, Vincenzo Franchina, Vincenzo Garzillo, Mario Pisani, Adriano Scandellari e Pavel Petronel Tanase. Sono i sette morti della strage di Suviana, sette lavoratori che esattamente un anno fa hanno perso la vita nell’esplosione della centrale elettrica Enel di Bargi. Oggi le commemorazione nel paesino dell’Appennino bolognese, che vive anche grazie alle attività che ruotano attorno all’impianto e oggi, 12 mesi dopo l’esplosione che ha fermato la centrale, stenta a riprendersi. “Oggi è un giorno particolarmente difficile. Perché ci sono i ricordi di tutti quelli che hanno partecipato in quelle giornate così complicate. Dal punto di vista economico la comunità da un anno fatica, bisogna che la centrale riprenda quanto prima”, dice il sindaco di Camugnano, Marco Masinara, prima della messa in ricordo delle vittime della strage.”E’ passato un anno, ma non abbiamo ancora ipotesi rispetto a quello che può essere accaduto. Per noi è importante saperlo, sia per garantire giustizia a chi ha perso la vita e a chi è rimasto ferito, ma dobbiamo anche capire cosa è successo perché non si ripeta”, ammonisce il presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri.
“C’è silenzio attorno ai temi della sicurezza sul lavoro. Questo amareggia tutti noi, perché non è stato l’unico incidente dello scorso anno, ce ne sono stati altri tragici, e purtroppo, a livello nazionale, questo tema non ci sembra essere al primo posto”, constata il sindaco di Bologna, Matteo Lepore a margine della funzione, durante la quale hanno preso la parola anche alcuni dipendenti della centrale Enel Green Power di Suviana. In chiesa anche Vigili del fuoco, soccorritori, gente comune, esponenti delle Forze dell’ordine, i primissimi ad arrivare sul luogo dell’esplosione il 9 aprile dello scorso anno. Dopo la messa, sono stati deposti fiori all’esterno della centrale ed è stata scoperta una targa che ricorda le vittime del “tragico incidente”.
Enrico Bassani segretario Cisl dell’area metropolitana bolognese e Cesare Mengoli, segretario Flaei-Cisl dell’Emilia Romagna, presenti alla deposizione delle corone di fiori a ricordo delle vittime, ribadiscono a loro volta che è “oggi più che mai prioritario mantenere alta l’attenzione verso la sicurezza, continuare ad investire in prevenzione e formazione così come è indispensabile rendere i controlli maggiori e capillari in tutti i settori. I luoghi di lavoro devono essere sicuri e devono rispettare tutte le norme antinfortunistiche ma soprattutto devono essere quei luoghi ove le persone possano realizzare la propria dignità”.
“Ovviamente per noi quella di oggi è una giornata difficile e complessa, in cui i ricordi di quel giorno infausto riaffiorano come se fosse ieri. Noi in questa giornata non abbiamo voluto fare altro che ricordare, ricordare chi non c’è più e ricordare chi c’era e si è salvato ed è psicologicamente provato”. Sono le parole di Fara Garzillo, figlia di Vincenzo, una delle vittime della strage di Suviana.
“Ed è forse a chi è rimasto ed è psicologicamente provato che va data una mano per ritornare a riprendere quello che era il suo lavoro e il lavoro che amava”, aggiunge Garzillo, oggi a Bologna per partecipare a un’iniziativa organizzata dall’associazione Sicurezza e lavoro per l’anniversario della tragedia. “Mio padre era un uomo buono, come lo ha definito mia mamma, appassionato del suo lavoro. Non avrebbe mai immaginato- continua Garzillo- che potesse accadere una catastrofe come quella accaduta il 9 aprile 2024”. Conclude Garzillo: “La nostra presenza qui è solo per poterlo ricordare e poter tenere impressi tutti quei nomi che purtroppo lì sotto hanno lasciato la loro vita. Certi che saranno comunque un po’ gli angeli di tutti e gli angeli di coloro che rimangono”.
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