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“L’arricchimento dell’uranio non è negoziabile”: l’Iran respinge la proposta degli Stati Uniti


ROMA – L’Iran respinge la proposta degli Stati Uniti: “L’arricchimento dell’uranio non è una questione negoziabile”, ha detto il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, in risposta alla proposta di sospensione presentata dall’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff. Araghchi ha aggiunto: “Siamo pronti a creare fiducia rispetto a possibili preoccupazioni, ma l’arricchimento dell’uranio non è negoziabile”. La questione rientra nei nuovi colloqui che Washington e Teheran hanno avviato sul programma nucleare iraniano, senza il quale il capo della Casa Bianca ha promesso azioni militari. Un accordo che impegnava Teheran a usare il nucleare solo per scopi civili fu siglato dall’ex presidente Barak Obama nel 2015, insieme a Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Germania e Unione europea. Poi nel 2018, nel corso del suo primo mandato, Donald Trump promosse l’uscita unilaterale degli Stati Uniti dall’intesa. Dopo la prima tappa dei negoziatori in Oman dello scorso 12 aprile, l’amministrazione statunitense aveva proposto di tenere il secondo appuntamento in Europa, a Roma, e il governo italiano – dopo alcune ore di incertezza – lo aveva confermato. Poi, l’intervento del ministro Araghchi, che nella serata tra lunedì e martedì ha chiesto con forza Muscat come città dei lavori.

Secondo alcuni analisti, la Casa Bianca non si sarebbe opposta in quanto per sabato prossimo è prevista anche la prima visita a Roma del vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance. Intanto, un primo confronto tra il presidente Trump e il sultano e primo ministro omanita Haitham bin Tariq al-Said è già avvenuto, come ha riferito in conferenza stampa ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, secondo cui Trump ha confermato che “l’azione di di massima pressione sull’Iran continua”. Il presidente inoltre “ha chiarito di volere dialogo e discussioni con l’Iran, pur rendendo molto chiara la sua intenzione: l’Iran non potrà mai ottenere un’arma nucleare”. Da Teheran la replica è a “non farsi influenzare dalle decisioni prese in Oman”, come ha detto la portavoce del governo Fatemeh Mohajerani, aggiungendo che il Paese “prendendo atto delle realtà economiche del Paese, non può permettersi di aspettare negoziati con gli Stati Uniti”. Un riferimento, questo, anche ai dazi americani, che ammonterebbero al 10%.
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