ROMA – Quando a inizio mese l’amministrazione Trump ha confermato l’intenzione di imporre tariffe globali alle importazioni, la linea dell’Italia era già stata illustrata: “Non cedere alla tentazione di rappresaglie”. Lo affermava a marzo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, suggerendo che ai dazi non si poteva rispondere con altri dazi. Dopo poche settimane, la premier italiana ha potuto confermare questa politica all’interno dello Studio ovale, ospite del presidente Donald Trump.
Nella sua missione di ieri a Washington D.C., Meloni si è fatta portavoce della proposta dell’Unione europea di “trattare”, istituendo un’area comune “dazi zero a zero” giunta dalla presidente Ursula von der Leyen. Questo mentre poche ore prima la governatrice della Banca centrale europea, Christine Lagarde, avvertiva che le tariffe imposte “rallenteranno la crescita dell’Eurozona”. Una conferma che arriva come una spada di Damocle sull’economia europea, proprio mentre la Bce confermava anche il taglio ai tassi d’interesse di 25 punti base, in virtù di un’inflazione “in continuo calo”.Ieri, quindi, Meloni è giunta portando con sé gli auspici di Bruxelles. La Commissione europea in settimana aveva confermato “contatti costanti” tra la presidente Von der Leyen e Meloni, in preparazione della missione. “Ogni iniziativa dei singoli Paesi è ben accetta- hanno chiarito da Bruxelles- ma la competenza a negoziare è della Commissione”.
Ma questo primo passo compiuto dall’Italia ha portato a un successo preliminare: ancora sulla soglia della Casa Bianca, mentre stringeva la mano alla premier appena scesa dall’auto, Trump ha assicurato a favore di telecamere che con l’Europa “un accordo ci sarà al 100%”, riconoscendo a Meloni il ruolo di mediatrice tra le due sponde dell’Atlantico: “È una delle grandi leader del mondo”, ha detto. Poi, chiarendo che gli Stati Uniti con lui non si faranno nuovamente “sfruttare”, si è detto convinto che negoziare con l’Ue “non sarà difficile”: “Non ho nessuna fretta”.
Meloni riporta a Roma anche un secondo successo: “Voglio ringraziare il presidente Trump per aver accettato il mio invito a venire in Italia; capiremo se c’è la possibilità, in quell’occasione, di organizzare anche un incontro con l’Unione europea”. Prima gli interessi italiani, senza tuttavia tralasciare l’Europa.Il bilaterale si è tenuto in un momento difficile per i mercati internazionali, assediati dall’incertezza e forti perdite delle borse. Dopo l’entrata in vigore delle tariffe, Trump ne ha annunciato la sospensione per 90 giorni, esprimendo la volontà di impiegare questo lasso di tempo per stringere accordi coi singoli Paesi. Ricevendo la premier dell’Italia, ha ricordato: “Per tanto tempo gli Stati Uniti sono stati derubati di centinaia di milioni di dollari. Io sto facendo questo per salvare il Paese”. E poi: “Ci sono già stati incontri con Messico e poi Giappone. Tutti vogliono incontrarci, anche la Cina”, a cui i dazi non solo non sono stati sospesi, ma aumentati al 145%. “Con la Cina faremo un accordo molto buono”, tuttavia, “nessuno può competere con noi”.Allo Studio Ovale, ieri, in agenda non è stata messa solo la questione delle tariffe commerciali. La premier italiana ha colto l’occasione per anticipare l’annuncio che il governo avrebbe dato al prossimo vertice Nato, di essere riusciti a raggiungere l’obiettivo 2% del Pil in spese per la Difesa. Una soglia chiesta a più riprese proprio da Trump ai membri dall’Alleanza atlantica. Ma sul punto, ieri, Trump ha alzato la posta: “Il 2% abbastanza? Non è mai abbastanza”.
Altro dossier cruciale, il cessate il fuoco in Ucraina. Trump ha premesso che l’Italia “ha svolto un importante ruolo” nel sostenere Kiev. Ma è tornato a ribadire: “Non è la mia guerra. Zelesnky non ha fatto un gran lavoro. Non lo biasimo, non ha iniziato lui questo conflitto, ma non sono contento di lui, così come di nessun altro coinvolto”.Il riferimento è anche alla Russia di Vladimir Putin, con cui il presidente americano si era detto certo di poter concludere un accordo “in 24 ore”. E invece Mosca ha preso tempo, senza fare marcia indietro sulla proposta di annettere “cinque territori” occupati dall’esercito – tra cui figurerebbe anche la Crimea – a cui Zelensky ha posto un categorico “no”.”Sentiremo la Russia in settimana” ha detto ieri Trump ai cronisti, annunciando che, mentre i colloqui con il Cremlino proseguono, Washington e Kiev dovrebbero firmare l’accordo sullo sfruttamento dei minerali ucraini “forse giovedì prossimo”. Un modo con cui la Casa Bianca punta a recuperare i miliardi spesi in sostegno militare a Kiev.
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