DIFESA. GIORGETTI: GIÀ NEL 2025 SPESA AL 2% DEL PIL
Per la spesa nel settore della difesa “già da quest’anno saremo in grado di raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil assunto nel 2014”. Lo dice il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione sul Dfp alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Sulla possibile deroga al Patto di stabilità per le spese militari, spiega il ministro, “in questo momento il governo non la utilizzerà” in attesa del vertice Nato di giugno. Più in generale, sul quadro macroeconomico, per il titolare di via XX settembre “sembra prospettarsi uno scenario meno avverso. Il notevole miglioramento della finanza pubblica” rappresenta “una solida base a fronte dell’incertezza”. Sul fronte del Pnrr il governo è al lavoro su “eventuali aggiustamenti necessari per completare gli investimenti nei tempi previsti”.
DAZI. CONFINDUSTRIA: RISPONDERE DIVERSIFICANDO EXPORT
Di fronte ai dazi occorre “continuare la strategia di diversificazione dell’export, concludere alleanze commerciali, in particolare il Mercosur. Iniziare a rivolgere lo sguardo anche ad Est verso India, Malesia, Vietnam e Filippine”. Così Alessandro Fontana, direttore del Centro Studi di Confindustria, nell’audizione sul Documento di finanza pubblica alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Le imprese hanno smesso di investire. Transizione 5.0 non funziona”, aggiunge Fontana, secondo il quale l’industria italiana che si stava stabilizzando dopo una lunga crisi “con i dazi subirà un nuovo calo”.
BANKITALIA: IMMIGRAZIONE CRUCIALE, COLMA VUOTI MERCATO LAVORO
“L’immigrazione è stata finora cruciale per colmare i vuoti creati nel mercato del lavoro dal declino della popolazione autoctona”. Lo dice Andrea Brandolini, vice capo Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, in audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica. “Nel 2024 gli stranieri rappresentavano il 10,5% dell’occupazione totale, ma raggiungevano il 15,1% tra gli operai e gli artigiani e il 30,1 tra il personale non qualificato. Erano il 16,9% nelle costruzioni e il 20% in agricoltura”, calcola la Banca d’Italia, che sottolinea come “i lavoratori immigrati per lo più svolgono occupazioni di bassa qualità e peggio retribuite, meno accette ai lavoratori italiani”.
AMBIENTE. ISPRA: 94% COMUNI A RISCHIO FRANE
“Siamo in un Paese che ha fortissimi elementi di vulnerabilità sotto il profilo del rischio idrogeologico e sismico, il Paese più gravato in Europa da questo tipo di fenomeni, soggetto anche a modificazioni ed evoluzioni anche rispetto al tema dell’impatto dei cambiamenti climatici”. Lo afferma il prefetto Stefano Laporta, presidente di Ispra, in audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano. Nel dettaglio, quasi il 94% dei Comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera e 1,3 milioni di persone sono a rischio frane, mentre 6,8 milioni di abitanti sono a rischio alluvioni nello scenario di pericolosità idraulica media. Emilia Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria le regioni maggiormente a rischio.
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