ROMA – A Gaza i civili palestinesi continuano a morire sotto i raid dell’esercito israeliano. Nonostante la Pasqua, solo nelle ultime ore, i militari hanno ucciso 31 civili. A pagare il prezzo più alto sono bambini donne e medici.
Secondo Al Jazeera, nell’inchiesta sull’uccisione dei 15 operatori umanitari a Rafah il mese scorso, le forze armate israeliane hanno ammesso errori ma hanno negato che ci sia stato un “fuoco indiscriminato” contro i mezzi di soccorso e hanno sostenuto che alcune delle vittime erano militanti di Hamas. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha denunciato il rapporto definendolo “pieno di bugie” mentre per Jonathan Whittall, capo dell’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari in Cisgiordania e Gaza, “la mancanza di una reale assunzione di responsabilità mina il diritto internazionale e rende il mondo un posto più pericoloso”.
Dal canto suo, la protezione civile di Gaza ha respinto i risultati dell’indagine: “Il video girato da uno dei paramedici dimostra che la narrazione dell’occupazione israeliana è falsa e dimostra che ha effettuato esecuzioni sommarie”, ha detto Mohammed Al-Mughair, un funzionario della Protezione Civile.
Intanto, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), ha ribadito la sua richiesta di un cessate il fuoco, sostenendo che i civili stanno sopportando “sofferenze inimmaginabili. Niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.
The vast majority of the population in #Gaza are children, women and ordinary men. They endure unimaginable suffering.
Nothing can justify the collective punishment of the Palestinian people.#CeasefireNow pic.twitter.com/2voQA4UqCA
— UNRWA (@UNRWA) April 21, 2025
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