Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato il Pontefice, scomparso oggi in Vaticano, sottolineandone la forza spirituale, l’umanità e la capacità di parlare al mondo “sin dal primo momento, già con la scelta del nome”.

Il Capo dello Stato ha evocato l’identità gesuita del Papa e la sua adesione alla spiritualità di Sant’Ignazio, ma soprattutto il riferimento a San Francesco, “che ha sottolineato la ricchezza dei carismi che nella Chiesa si integrano”.

Nel suo intervento Mattarella ha rievocato i momenti simbolici del pontificato: l’enciclica Laudato si’ sull’equità nell’uso delle risorse naturali, Fratelli tutti sulla “unicità della famiglia umana”, l’attenzione costante “alle periferie del mondo, ai poveri, ai più deboli, ai migranti”, fino alla preghiera solitaria in Piazza San Pietro durante la pandemia di Covid-19.

“Francesco è stato sempre uomo di speranza, convinta contro ogni difficoltà – ha detto Mattarella –. L’ha trasmessa anche nei giorni della sua malattia, offrendo un esempio per tutti i sofferenti”.

Il Presidente ha ricordato con gratitudine i numerosi incontri con il Pontefice, compresi quelli privati. E ha sottolineato il significato del gesto compiuto da Francesco ieri, nel giorno di Pasqua: la benedizione al mondo e il giro tra i fedeli in piazza. “Oggi appare come un saluto alla Chiesa, alle donne e agli uomini di tutto il mondo”.

Infine, un appello: “La risposta a questo saluto non deve limitarsi al ricordo e alla riconoscenza, ma deve tradursi in responsabilità. Nel fare propri, nei comportamenti quotidiani, gli insegnamenti che ci ha lasciato”.
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