ROMA – Questa mattina, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, i fedeli si sono fermati col naso all’insù. Gli occhi puntati al soffitto, verso la lunga teoria dei ritratti dei pontefici che da San Pietro giunge fino a Papa Francesco. Lì, sulla parete che ospita la galleria dei vescovi di Roma, un dettaglio ha attirato l’attenzione di molti: l’ultima targa è ancora vuota. Ma la luce cade proprio sul volto di Francesco, quasi a sottolineare il passaggio del testimone, l’assenza che già si fa memoria.
I visitatori si sono accalcati sotto l’arco che ospita i ritratti più recenti: Benedetto XVI, Giovanni Paolo II, Paolo VI, e poi lui, Francesco, raffigurato con lo sguardo sereno, in abiti rossi e mozzetta bianca. Poco più in là, il cerchio d’oro ancora vuoto. Nessun nome inciso, nessun volto. È il posto del prossimo.
L’effetto visivo è potente. La luce naturale, filtrata dai finestroni laterali, illumina proprio l’ultima immagine completa. I fedeli lo notano, scattano foto, si soffermano in silenzio. Qualcuno fa un segno di croce. Un momento sospeso, in una mattina già segnata dal lutto.
In questa basilica, tra le più antiche di Roma, la tradizione vuole che ogni Pontefice venga ritratto in una medaglia dorata lungo l’architrave. Da secoli, ogni cerchio è testimonianza di una guida, di un’epoca, di una Chiesa in cammino. E oggi quel cammino si ferma ancora una volta, in attesa del prossimo nome. Ma con Francesco ancora negli occhi.
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