ROMA – Sull’allarme arruolamenti, una preoccupazione che riguarda tutte le Forze Armate, il sindacato aeronautico Siam lancia un allarme particolare per i volontari in ferma iniziale e le loro condizioni di lavoro: da rivedere, secondo il sindacato, per rilanciare l’attrattività della Forza Armata. “Negli ultimi anni, l’Aeronautica Militare – al pari delle altre Forze Armate – sta affrontando una sfida crescente: il calo dell’interesse da parte dei giovani verso l’arruolamento. I dati relativi alla partecipazione ai concorsi pubblici parlano chiaro: all’ultimo concorso del 2024 per 1.050 posti nell’Aeronautica Militare, a fronte di 7.922 domande presentate e la convocazione di tutti i candidati, solo 2.132 hanno effettivamente sostenuto le prove concorsuali. Di questi, meno della metà sono risultati idonei e, dopo la fase di formazione e addestramento militare, il numero di Volontari in Ferma Iniziale (VFI) impiegati nei vari Reparti è stato inferiore alle previsioni del bando. Più in generale, se in alcune categorie si riesce ancora a coprire i posti a concorso, spesso ciò avviene con un inevitabile abbassamento dell’asticella selettiva. In altre parole, come nel settore dei Volontari in Ferma Iniziale (VFI), si registrano difficoltà anche nella semplice copertura degli organici. Questo scenario impone una riflessione ampia e sistemica sulle cause di questa disaffezione”. E’ l’allarme lanciato dal sindacato aeronautico Siam sul destino dell’Aeronautica militare, ma non solo. La riflessione colpisce tutte le Forze Armate e l’attrattività che hanno, o forse non hanno più, nei riguardi dei giovani.
IL SIAM INTENDE “ACCENDERE I RIFLETTORI SULLA CONDIZIONE DEI VFI”
“Il contesto economico, la concorrenza del mercato del lavoro privato, il mutato rapporto tra le nuove generazioni e le istituzioni, ma anche – ed è su questo che il Siam intende porre l’accento – le condizioni concrete di lavoro offerte a chi sceglie di servire lo Stato in uniforme”. In particolare, il Sindacato Aeronautica Militare (Siam) intende “accendere i riflettori sulla condizione dei Vfi, figure essenziali per l’operatività quotidiana della Forza Armata ma troppo spesso dimenticate nei processi decisionali e nelle tutele normative”. Il Siam continua: “Nonostante l’importanza del ruolo svolto, i Vfi si trovano a operare in un quadro di forti penalizzazioni sia economiche che contrattuali. Il loro impiego, regolato da una ferma triennale e da un rapporto di servizio e non di impiego, li esclude – per esempio – dalla partecipazione ai processi di concertazione, impedendo loro di avere voce diretta nella definizione delle proprie condizioni lavorative”.
SIAM: “LE 36 ORE SETTIMANALI DIVENTANO NELLA PRATICA TURNI BEN PIÙ ESTESI”
Tra le criticità, il Siam accende una luce “sull’orario di servizio. Le 36 ore settimanali previste diventano nella pratica turni ben più estesi, spesso non compensati né da straordinari né da recuperi. L’indennità mensile forfettaria di 100 euro, destinata a coprire migliaia di ore aggiuntive, risulta simbolica e insufficiente. A ciò si aggiungono servizi armati e non armati svolti in giornate festive senza diritto a recupero, creando un evidente squilibrio rispetto al trattamento riservato ad altri militari. Le disparità economiche sono ulteriormente accentuate dall’esclusione dei Vfi da istituti importanti come il Compenso Forfettario di Impiego (Cfi), il Compenso Forfettario di Guardia (Cfg), la tredicesima mensilità, il Fesi e l’indennità di disoccupazione (Naspi) al termine della ferma. Persino il Trattamento di Fine Servizio è subordinato a un oneroso riscatto economico a carico del militare, a differenza di quanto accade per altri lavoratori pubblici a tempo determinato”.
SIAM: “ALTRA DISCRIMINAZIONE IN MATERIA DI CONCESSIONE DEGLI ALLOGGI”
Non è tutto. “Sul fronte della formazione, le limitazioni- spiega il sindacato- non sono meno significative. I Vfi non possono accedere alle 150 ore annuali per studio previste per altri militari, né beneficiare dei contributi per la formazione universitaria o specialistica. Una scelta che limita fortemente le opportunità di crescita e reinserimento nel mondo del lavoro, una volta terminata la ferma”. E la vita privata? “La libera uscita può essere limitata, sospesa o modificata a discrezione del Comandante di Corpo, anche quando il militare non è in servizio attivo. Una condizione che impatta sulla percezione di equità e rispetto della persona, oltre che sulla qualità della vita”. Il Siam avverte poi: “Altra discriminazione viene attuata in materia di concessione degli alloggi. Nello specifico, gli alloggi di servizio per le esigenze logistiche del personale militare in transito e dei familiari di passaggio (App) vengono negati ai Volontari in Ferma e concessi al personale in servizio permanente e in quiescenza”.
SIAM: “I VFI MERITANO UN TRATTAMENTO DIGNITOSO ED EQUO”
A ciò si aggiunge “il passaggio alla vita civile”. Osserva il Siam: “Si tratta di un momento delicato per ogni ex militare, eppure non trova nel sistema attuale adeguati strumenti di accompagnamento. Mentre in altri Paesi europei si prevedono incentivi per le aziende che assumono ex militari, in Italia ci si limita a riserve nei concorsi pubblici, insufficienti a garantire un reale reinserimento lavorativo”. Pertanto, il Siam ritiene che “questa situazione non possa più essere ignorata. Se vogliamo davvero invertire il trend negativo degli arruolamenti e rendere nuovamente attrattiva la scelta di servire nell’Aeronautica Militare, è necessario un intervento deciso da parte del Ministero della Difesa. I Vfi meritano un trattamento dignitoso ed equo, paragonabile a quello riservato a Carabinieri, Poliziotti, Finanzieri e Ufficiali in Ferma Prefissata”. Concludendo, il Siam ribadisce come solo attraverso “condizioni lavorative allineate agli standard del lavoro pubblico sarà possibile costruire una Forza Armata moderna, efficiente e capace di attrarre giovani motivati, pronti a contribuire alla sicurezza e alla difesa del Paese”.
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