ROMA – Kennedy contro lo zucchero. In un tripudio di mamme MAHA (“Make America Healthy Again”), bandiere salutiste e retorica da crociata, Robert F. Kennedy Jr., oggi ministro della Salute e ieri paladino delle cause alternative, ha sparato l’ennesimo siluro contro l’industria alimentare americana, suo pallino parallelo alla barricata no-vax: “Lo zucchero è veleno”.
L’intemerata ha risuonato in una sala vuota, almeno dei diretti interessati: nessun rappresentante dell’industria alimentare ha ritenuto di farsi vedere. Kennedy sostiene di avere “un’intesa” con i grandi produttori per eliminare i coloranti a base di petrolio entro il 2026. Peccato che nessuno abbia confermato nulla. L’unico passo concreto arriva dall’International Dairy Foods Association, che promette di ripulire latte, formaggi e yogurt destinati alle scuole – ma solo quelli coinvolti nei programmi federali. Piccoli segnali, nulla di epocale.Intanto, tra i corridoi della burocrazia, il Kennedy show sembra fare più vittime che convertiti. Il capo della divisione alimentare della FDA, Jim Jones, si è dimesso denunciando “licenziamenti indiscriminati”. Anche il nutrizionista di punta del NIH, Kevin Hall, se n’è andato sbattendo la porta, lamentando censure e ostilità alla scienza. Sul palco, a fianco di Kennedy, i volti amici della nuova crociata: il dottor Marty Makary della FDA (che parla d’amore, ma sotto sotto spera che le lobby collaborino) e Jay Bhattacharya, il contestato epidemiologo della Great Barrington Declaration, ora a capo del NIH. In platea la claque delle mamme salutiste.
La strategia del ministro è chiara: una miscela di shock narrativo (lo zucchero come droga), marketing emotivo (le mamme coi figli) e slogan trumpiani. Ma a mancare sono i fondamentali: risorse, alleanze, evidenze scientifiche condivise. E soprattutto, il coinvolgimento dell’industria.
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