MILANO – “Papa Francesco ha avuto tanti sostenitori ma anche chi, dentro e fuori la Chiesa, non ha condiviso le sue scelte. Ma la parola di Dio è scomoda, difficile e provocante”. A dirlo è don Luigi Ciotti, fondatore di ‘Libera’, a margine dell’incontro all’Università Statale di Milano per il libro ‘Storia di una rivoluzione accademica’. “Peccato che oggi tutti lo celebrano, anche chi ha ostacolato i suoi appelli su carcere, pace e migranti. Francesco ci ha chiesto responsabilità qui sulla Terra. Spero che la sua radicalità non venga dispersa”.
DON CIOTTI: “SPERO IN PEDATA SPIRITO SANTO A SUCCESSORE FRANCESCO”
Parlando del Papa che sarà eletto al Conclave ha dichiarato: “Mi auguro che lo Spirito Santo dia una bella pedata a chi prenderà il posto di Papa Francesco, perché si prosegua con più forza ancora sulla strada del Vangelo vissuto, non solo predicato”.
“Francesco ha testimoniato la radicalità del Vangelo con gesti concreti, stando dalla parte dei più deboli: detenuti, migranti, vittime della guerra. Le sue scelte sono evangeliche, ora- osserva Ciotti- serve continuità”.
DON CIOTTI E GLI APPUNTI A FRANCESCO PRIMA DEL MONITO AI MAFIOSI
“Quando chiesi a Papa Francesco: ‘Te la senti di incontrare una rappresentanza dei familiari delle vittime delle mafie?’, lui non mi fece nemmeno finire. Mi disse: ‘Io vengo'”. Così Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha poi ricordato il giorno in cui il Papa partecipò alla veglia di preghiera nella chiesa di San Gregorio VII, a Roma, nel marzo 2014. L’episodio è stato raccontato durante la presentazione del libro “Storia di una rivoluzione accademica” all’Università degli Studi di Milano.
“Con molta umiltà mi disse: ‘Il tema della corruzione lo conosco, ma quello della mafia no. Mi mandi degli appunti, per favore'” ha aggiunto Ciotti. “Gli ho preparato delle schede, tanto materiale. Aveva bisogno di approfondire, di conoscere davvero. In quelle schede c’erano anche scritti di Nando Dalla Chiesa. E così, Francesco ti ha conosciuto anche attraverso le tue parole” ha detto rivolgendosi al docente presente in sala, autore del libro.
Durante quella veglia, Papa Francesco, come racconta Ciotti, andò oltre le attese. “Dopo aver dato conforto ai familiari, si rivolse ai grandi assenti, ai mafiosi. Disse: ‘Convertitevi e cambiate’. E poi, riprendendo un passaggio di Paolo VI durante il sequestro Moro, aggiunse: ‘Vi supplico in ginocchio, convertitevi… E se non lo fate, andrete all’inferno'”.
Una presa di posizione netta, coraggiosa, che Don Ciotti ha voluto ricordare come esempio di verità e responsabilità: “Quel giorno la Chiesa ha parlato con forza, stando dalla parte delle vittime, senza ambiguità”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it