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VIDEO| Padre Seka: “Non importa se il Papa sarà africano. Il Conclave scelga bene”


ROMA – “Non serve un papa africano, né asiatico, né americano; serve un papa capace di unire la Chiesa, come Francesco: un papa della gente, preoccupato dei poveri”. A parlare con l’agenzia Dire è padre Fabrice Seka, un sacerdote originario del Camerun che ha incontrato il pontefice argentino cinque volte. “In due occasioni si è trattato di incontri ufficiali, in tre di circostanze invece inattese” sottolinea il religioso, che proviene dalla diocesi di Kumbo, una regione del suo Paese attraversata negli ultimi anni da conflitti e tensioni separatiste.

La prima domanda riguarda la “Chiesa globale”, più aperta al mondo anche grazie alla creazione da parte di Francesco di 108 cardinali, in diversi casi originari di continenti e Paesi tradizionalmente considerati “periferie” del mondo.

Stando alla costituzione apostolica ‘Universi dominici gregis’, il conclave non dovrebbe aprirsi prima del 5 o 6 maggio. Potranno prendervi parte 135 elettori: 59 gli europei, dei quali 19 italiani, 37 gli americani, 20 gli asiatici, 16 gli africani e infine alcuni dell’Oceania.

Secondo padre Seka, però, il punto cruciale della scelta che sarà fatta non ha a che fare con la geografia o la geopolitica. “Negli incontri che mi è capitato di avere con il papa ho sentito tutta la forza e la profondità della sua guida” dice il sacerdote. “È stato il papa della gente, molto preoccupato per i poveri e pieno di amore per la natura”. Un altro aspetto importante, secondo padre Seka, è stato l’impegno in favore della collegialità, del dialogo e dell’ascolto, anche in ambito ecclesiastico. “Nei suoi 12 anni di pontificato”, sottolinea il sacerdote, “Francesco ha cominciato un cammino di sinodalità”.

Rispetto al successore del papa, padre Seka sottolinea di non ritenere sbagliata la parola “dovere”. “Penso sia giusto usare invece il termine possibilità”, evidenzia il sacerdote: “Quella dell’elezione di un pontefice di alta statura morale, con una fede profonda e una buona comprensione della Chiesa e che sappia anche essere un amministratore capace”.

Padre Seka insiste: “Non voglio che arrivi dall’Africa, dalle Americhe o dall’Asia; abbiamo bisogno solo di un papa, che possa però dare unità alla Chiesa e guidare le persone nella ricerca della verità”.
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