ROMA – “Sono qui per rendere omaggio ed onore al Papa, ad un uomo che è stato il Pontefice della pace e della vicinanza alle persone più fragili e più semplici, ma anche perché ha avuto parole di comprensione e di apertura verso la comunità LGBTQ+. Per me questo è stato un atto rivoluzionario, soprattutto se penso ai Papi precedenti: Francesco, con la sua ormai iconica espressione ‘Chi sono io per giudicare?’, ha dato voce anche a noi”. Così Regina Tana, una donna transgender, intervistata dalla Dire oggi a Roma, davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore, in occasione dei funerali di Papa Francesco.
Regina, che ha esposto un cartello con la foto di Papa Francesco e la scritta ‘Santo Subito’, ha tenuto ad essere in piazza per l’ultimo saluto al Pontefice. “Non ho mai avuto modo di conoscerlo personalmente, mi sarebbe piaciuto- racconta-. Ho incontrato altri Papi, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, fino a Papa Ratzinger, ma Francesco purtroppo mai. Ho sempre pensato di voler partecipare a qualche udienza in Vaticano, ma alla fine non ho avuto occasione. Pur non avendolo mai incontrato di persona, però, per la sua umanità e semplicità lo sento più vicino rispetto ad altri Papi che invece ho conosciuto”.
Cosa si augura dal prossimo Pontefice? “Che sia altrettanto umano, vicino alle persone e meno chiuso e conservatore di alcuni politici- ha risposto infine Regina alla Dire- che sia quindi veramente un pastore delle greggi. Perché le greggi siamo noi, le persone di tutti i giorni”.
Durante l’ultimo ricovero di Papa Francesco al Policlinico Gemelli, intanto, Regina Tana è stata protagonista di un episodio: tra i cartelli esposti sotto la statua di San Giovanni c’era anche il suo, con cui augurava una pronta guarigione al Pontefice, che però era stato rimosso per qualche secondo dalla sicurezza e poi restituito. “Avevo portato quel cartello a titolo personale- commenta-. Il Papa ha dimostrato grande vicinanza agli ultimi e quindi anche alla nostra comunità”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it