BOLOGNA – Si sta parlando tantissimo, in queste ore, di come funziona il Conclave, di quante sono le votazioni e di quanto ci metteranno i cardinali a individuare il successore di papa Francesco. Ormai siamo tutti diventati esperti: i cardinali si chiudono nella Cappella Sistina (da cui non possono uscire fino alla nomina del nuovo papa), le votazioni avvengono a maggioranza (servono almeno 89 voti, essendo 133 i votanti), ci sono quattro votazioni al giorno (due al mattino e due al pomeriggio) e due fumate nell’arco della giornata, una intorno alle 12 e una verso le 19. Nella caldaia della Cappella Sistina vengono bruciate le schede dei due scrutini precedenti, e grazie ad sostanze chimiche si può decidere il colore della fumata, che dà indicazioni al mondo sui lavori in corso. La fumata è nera in caso non si sia raggiunto il quorum, bianca in caso positivo. Se del Conclave in partenza il 7 maggio si sa ormai tutto o quasi, poi una volta eletto il nuovo pontefice, cosa succede esattamente? Come funziona?
Prima di tutto, il cardinale individuato come successore di papa Francesco deve dire se accetta o meno l’incarico. E la famosa fumata bianca (quella che fa sapere al mondo che è stato scelto un nuovo capo della Chiesa) arriva solo in questo caso. A fargli la domanda per chiedere se accetta è il decano, ovvero il cardinale più anziano del collegio. La domanda è posta in latino. E dopo?
LA STANZA DELLE LACRIME
Se il Papa accetta l’incarico, deve anche comunicare il nome che sceglie. A quel punto scatta la fumata bianca e le sei campane di San Pietro suonano a festa. Subito dopo, il nuovo Papa va nella stanza che viene definita “stanza delle lacrime”: si tratta della sagrestia della Cappella Sistina dove avviene il rito della vestizione del nuovo pontefice. In questi frangenti, è capitato spesso che i Papi appena eletti scoppiassero in lacrime per sfogare l’emozione accumulata nelle ultime ore. Ed è per questo che l’ambiente ha preso convenzionalmente il nome di ‘stanza delle lacrime’.
I VESTITI IN TRE TAGLIE
La vestizione è un rito importante, che viene preparato e studiato nei minimi dettagli: l’abito talare per il nuovo pontefice, infatti, viene sempre predisposto in tre diverse misure, dal momento che non si può sapere in anticipo chi sarà il nuovo Papa.
‘HABEMUS PAPA’
Una volta vestito, il nuovo Papa si ripresenta davanti ai cardinali e si chiude la seduta con il canto del Te Deum. È a quel punto che, dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro avviene l’annuncio ai fedeli:. il cardinale protodiacono (cioè il cardinale diacono nominato da più tempo) si affaccia alla loggia della Basilica di San Pietro e pronuncia la famosa formula latina ‘Habemus Papam’ (“Abbiamo il Papa”), con cui si annuncia al mondo il nuovo Papa. Il nuovo pontefice, a quel punto, si affaccia e dice alcune parole alla folla, pronunciando poi una benedizione.
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