VENEZIA – “Questa mattina siamo stati accolti dall’Imam nella moschea di Susegana, è stata un’esperienza davvero emozionante… Ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno indossato un velo e siamo entrati in una grande stanza, dove per terra c’era un enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si mette per pregare…L’imam ci ha spiegato che la religione musulmana si fonda su 5 pilastri e ci ha detto che loro pregano 5 volte al giorno (ci abbiamo anche provato)”: bastano poche righe per descrivere l’esperienza vissuta da una classe di bimbi di una scuola dell’infanzia – paritaria e parrocchiale- per scatenare un putiferio, sui social e non solo.
LE POLEMICHE SUI SOCIAL: “UNA VERGOGNA”
Nel mirino l’uscita scolastica, all’insegna dell’inclusione e del dialogo interreligioso, della scuola per l’infanzia “Santa Maria delle Vittorie” di Ponte della Priula, nel comune di Susegana, in provincia di Treviso. La scuola sui propri canali social riporta un reportage entusiasta dell’iniziativa che descrive come emozionante. Sotto nei commenti fioccano invece le critiche “una vergogna” o “che insegnamento sarebbe questo?”, per citare i più sintetici. “Si sta veramente esagerando, auguro soprattutto ai genitori delle bimbe di vederle con il velo da grandi e sottomesse alle regole dell’islam, forse due domande se le faranno”, uno dei più indispettiti. O ancora c’è chi tira in ballo il prossimo papa augurandosi che “vi metta in riga, come meritate”.
VILLANOVA (LEGA): “BAMBINI ITALIANI IN GINOCCHIO VERSO LA MECCA, IO NON CI STO”
La questione ha finito per coinvolgere inevitabilmente le istituzioni: Alberto Villanova, capogruppo della Lega Liga in Consiglio regionale Veneto, posta sui social la foto dei bimbi che pregano in moschea e punta il dito :”Bambini italiani inginocchiati verso la Mecca, in silenzio, mentre gli adulti applaudono l’integrazione: io non ci sto. Chiamatelo rispetto, chiamatelo scambio culturale…io la chiamo resa. E con i nostri figli, non si gioca”
LE VERIFICHE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE
Tirato in ballo anche l’ufficio scolastico regionale che ha annunciato degli approfondimenti “per verificare il rispetto delle norme sulla parità scolastica”.
COMUNITÀ EBRAICHE E ISLAMICHE
Nel dibattito infine sono intervenuti anche rappresentanti di altre confessioni religiose: il quotidiano Repubblica riporta i commenti di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche e di Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii, Unione delle comunità islamiche italiane. La prima mette in chiaro la differenze di ‘stile’: “Noi portiamo i bambini di tutte le scuole pubbliche a visitare il museo e la Sinagoga per capire cos’é la presenza di duemila anni della comunità ebraica di Roma a Roma. Ma certo- puntualizza- non li facciamo partecipare alla preghiera. Ogni visita in un luogo di culto deve avere il sapore della convivenza, in termini di condivisione, certo non in termini di conversione e indottrinamento”. Mentre Yassine Lafram, difende l’iniziativa e anzi: “Trovo profondamente preoccupante che una visita didattica in moschea, organizzata con sensibilità e intelligenza pedagogica da una scuola dell’infanzia, venga trasformata in oggetto di polemica politica”, stigmatizza. “Quei bambini non sono stati ‘costretti’ a nulla. Sono stati invece accompagnati a conoscere da vicino una parte importante della vita dei loro compagni. È questo il compito della scuola- conclude- educare all’ascolto, al rispetto, alla convivenza”.
(fonte foto: pagina fb della scuola per l’infanzia di Ponte Pula)
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