di Giusy Mercadante e Alessandra Fabbretti
ROMA – Con l’approvazione del ‘Piano per la conquista di Gaza’ da parte del gabinetto di sicurezza israeliano, è partita una nuova fase del conflitto in Medio Oriente. In un video pubblicato su X, nella tarda serata di ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu, in ebraico, ha annunciato una nuova intensa operazione militare volta a sconfiggere Hamas, non entrando nei dettagli di quanta parte del territorio dell’enclave verrà conquistata. Il premier ha, poi, affermato che gran parte della popolazione palestinese “verrà spostata, per la sua stessa protezione”.
מעדכן אתכם גם היום בלי הפילטרים של התקשורת >>
תרשמו לי את השאלות שלכם למטה. pic.twitter.com/b1c0XZFSI8
— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) May 5, 2025
Mossa confermata dall’esercito israeliano che si prepara a sgomberare completamente la parte settentrionale della Striscia di Gaza. Secondo quanto previsto in questo piano, i civili verranno trasferiti a sud dove avrà inizio il nuovo programma di aiuti umanitari. A riferirlo è The Jerusalem Post, riportando una fonte di sicurezza di alto livello.
HAMAS: “NEGOZIATI INUTILI SE ISRAELE AFFAMA E STERMINA”
“Non ha senso impegnarsi nel dialogo o considerare una nuova proposta di cessate il fuoco fintanto che la guerra della fame e dello sterminio continuerà nella Striscia di Gaza”: questa la posizione di Hamas, in risposta all’adozione in Israele di un “Piano per la conquista di Gaza” e di un meccanismo che non consetirà alle agenzie umanitarie di consegnare forniture vitali alla popolazione. A parlare con i media internazionali è stato Basem Nai, uno dei vertici politici del movimento politico-militare al governo dell’enclave.
Sul Piano militare di Tel Aviv – adottato dal Gabinetto per la sicurezza all’unanimità – è intervenuto con un video su X anche il premier Benjamin Netanyahu nella serata di ieri, nel quale ha aggiunto che gran parte della popolazione palestinese “verrà spostata, per la sua stessa sicurezza”. Già nei giorni scorsi l’esecutivo aveva affermato che l’esercito sarebbe rimasto “a tempo indeterminato a Gaza, così come accade già in Libano e in Siria”, portando avanti parallelamente colloqui con Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora tenuti prigionieri a Gaza, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
CONTRO LA STRISCIA “ATTACCHI SENZA SOSTA”
“La comunità internazionale- ha continuato l’alto funzionario di Hamas- deve fare pressioni sul governo di Israele affinché ponga fine ai crimini di affamamento, assetamento e alle uccisioni”. Dalla conclusione della prima fase del cessate il fuoco, lo scorso primo marzo, prosegue da 65 giorni il blocco totale a ogni genere di bene o servizio nella Striscia di Gaza, le cui frontiere terrestri, aeree e marittime sono sigillate dalle forze militari di Israele. Quest’ultimo, oltre al piano militare, ha anche adottato un meccanismo secondo cui la consegna di eventuali forniture verrà affidata a soggetti privati, bypassando le agenzie umanitarie internazionali. Il progetto incontra l’opposizione delle Nazioni Unite e dell’Unione europea. Proseguono senza sosta anche gli attacchi contro la Striscia, dove dall’alba di oggi almeno una decina di persone avrebbero già perso la vita stando ai media locali, tra cui un bambino. Il bilancio delle vittime identificate in oltre un anno e mezzo di guerra ha superato quota 52.500, di cui 2.396 dal 18 marzo, giorno in cui è stata rotta la tregua.
L’esercito israeliano è impegnato anche nella Cisgiordania occupata, dove stamani, in un’operazione militare contro un villaggio nei pressi di Ramallah, un uomo è stato arrestato e “tre persone picchiate dai soldati”, come scrive l’agenzia palestinese Wafa. Nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, come ha avvertito l’organizzazione israelo-palestinese B’tselem in un report, le operazioni dell’esercito israeliano dal 7 ottobre 2023 avrebbero “ucciso più palestinesi che durante le violenze verificatesi della seconda intifada degli anni 2000”, con bambini uccisi a un “tasso senza precedenti”.
L’IDF ATTACCA LA COSTA DELLO YEMEN: RAID CONTRO GLI HOUTHI
Intanto, su X l’esercito israeliano ha confermato nuovi attacchi lungo la costa dello Yemen e i raid contro gli Houthi. “I siti infrastrutturali terroristici colpiti nel porto di Hudaydah costituiscono una fonte di rifornimento centrale per gli Houthi- scrive l’Idf- e vengono utilizzati per il trasferimento di armi iraniane. È stato colpito anche l’impianto di cemento ‘Bajil’, a est della città di al-Hudaydah, che rappresenta un’importante risorsa economica e viene utilizzato per la costruzione di tunnel sotterranei e infrastrutture terroristiche per gli Houthi”.
“L’attacco ai siti delle infrastrutture terroristiche è stato condotto con precisione e sono state adottate misure per mitigare i danni alle navi attraccate nel porto”, assicura l’esercito
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it