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Liliana Resinovich, il giallo della vertebra: forse rotta durante autopsia?


BOLOGNA – La vertebra rotta di Liliana Resinovich potrebbe non avere niente a che fare con il delitto o con una colluttazione avvenuta con l’assassino: a romperla, infatti, potrebbe essere stato uno dei tecnici addetti a preparare i cadaveri prima delle autopsie. La novità è emersa ieri ed è abbastanza clamorosa, soprattutto considerando il fatto che sulla rottura di questa vertebra gli inquirenti si interrogano da molto tempo. A farsi avanti per raccontare agli investigatori quella che potrebbe essere una propria responsabilità è stato il tecnico stesso, che è un ‘preparato anatomico’ (questo il termine tecnico con cui si indica questo mestiere). Un mese fa, a metà di aprile, è arrivata la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio del marito di Liliana, Sebastiano Visintin. La donna, 63 anni, era scomparsa da Trieste a novembre 2021 ed era stata poi trovata cadavere il 5 gennaio 2022.

L’AUTOPSIA

L’autopsia di Liliana Resinovich venne fatta l’11 gennaio 2022 nella sala anatomica dell’obitorio di via Costalunga a Trieste e quest’uomo lavora lì: “Potrei aver procurato io stesso quella frattura alla vertebra della signora Liliana Resinovich”, avrebbe detto il tecnico, che presto sarà ascoltato in Procura. La vertebra rotta era stata rilevata nel corso dell’autopsia. Le successive ipotesi investigative erano state di vario tipo. Si era ad esempio ipotizzato che si fosse rotta durante una colluttazione con l’assassino, oppure durante un incidente stradale avvenuto prima della morte, anche in questo caso in auto eventualmente con l’assassino.

I NUOVI ESAMI SUI CELLULARI

Intanto, ci saranno nuovi esami sui due telefoni di Liliana Resinovich: per il 9 maggio, spiega il Piccolo, verrà fatta una copia forense del Samsung e dell’Iphone della donna. Fino a ora, gli inquirenti avevano analizzato chat e ricerche online solo degli ultimi tempi. Ma hanno intenzione di andare anche più indietro, andando a controllare gli anni precedenti, grazie a una nuova tecnologia che è nel frattempo stata messa a punto. Liliana Resinovich scomparve da Trieste il 14 dicembre 2021. Il suo corpo fu ritrovato il 5 gennaio 2022, avvolto in sacchi della spazzatura e con due sacchetti di plastica stretti attorno alla testa. Inizialmente, gli investigatori si erano convinti che si fosse trattato di un suicidio. Ma la seconda consulenza medico-legale, ordinata dal giudice, ha stabilito che la donna è morte per morte violenta, avvenuta dopo una colluttazione.

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