ROMA – Permettete il confronto? Al di là delle piccole offese o delle risposte piccate, forse perché non si è riusciti a capire il ragionamento, torno sulll’argomento che ho trattato ieri: sul rischio del crollo del sistema democratico, quello che ‘governa’ l’Occidente.
Al centro del mio articolo, il problema della sempre più diffusa dissafezione dei cittadini che ormai disertano il voto; con la restante parte, sempre in diminuzione, che si organizza in trincee e si spara addosso senza nemmeno tentare di capire le ragioni dell’altro e quindi arrivare ad un compromesso che sposti in avanti e in meglio la situazione; il fatto che un sistema democratico debba garantire anche chi da dentro chiede il consenso e lo ottiene per affossarlo. Sono temi che ritengo importanti, sui quali molti studiosi si interrogano proprio perché hanno a cuore la Democrazia, sì con la D maiuscola.
Che è costata sacrifici e sangue, e che i novelli dittatori alla Putin, Trump, Erdogan e compagnia vorrebbero eliminare per comandare come vogliono, senza nessuno che possa dire no. Il mio pezzo ha suscitato molti commenti. Ringrazio tutti, anche chi ha usato parole offensive, perché comunque hanno fatto un minimo sforzo, hanno letto qualcosa di diverso, hanno speso qualche secondo per rispondere e commentare. Anche chi ha pubblicato il mio cv per etichettarmi come di sinistra e comunista. Che bello quando si era giovani, e i giovani dibattevano, si confrontavano, leggevano libri e discutevano su come cambiare il mondo. E’ il bello della democrazia.
Non ritengo nessuna voce in dissenso un ‘misero plebeo’, come scrive Giudiiii. Al contrario, penso che uno dei mali della nostra politica, dei nostri politici, sia stato proprio quello di allontanarsi dal popolo, dalla gente. La politica deve dar voce ai cittadini, indirizzare e risolvere i loro problemi, se no non serve. Anzi, serve soltanto ad obbedire al capo di turno e intascare lo stipendio, che poi paghiamo noi. Caro Azeglio a te non rispondo, sappi soltanto che amo la Calabria.
Gin tonic se la prende con i giornalai che decidono chi è il ‘buono e chi il cattivo’. Però lo hanno sempre fatto, il problema caro Gin tonic è di avere di fronte un popolo accorto, preparato, che sappia distinguere e poi scegliere. Pensi sia così? Mons.Em mette il dito nella piaga: ‘non voterò mai referendum in cui la sinistra chiede di abrogare leggi fatte dalla sinistra’. Ha ragione, ma va considerato pure che nel nostro Paese se si raccolgono le firme previste si può chiedere di abrogare leggi ritenute sbagliate. Non andare a votare per me è sbagliato, quando non sono d’accordo io vado, mi presento, magari mi astengo nell’urna però partecipo. Proprio per rispettare chi ha dato anche la vita per il diritto di voto.
Luisa raccoglie la mia battuta ‘e cambiamolo sto popolo…’, era una battuta, anch’io penso che il popolo quando sceglie, sceglie, e bisogna rispettare quella decisione. La mia preoccupazione è che il popolo che poi sceglie si va riducendo. Alla fine rischiamo che a votare vada soltanto chi è strettamente collegato al ceto politio, a chi fa politica per i suoi affari. Efisio romba e scazza, tranquillo a me la democrazia non dà fastidio e nemmeno chi non la pensa come me, sai che palle parlare solo con chi ti dà sempre ragione? Non pensi? Una buona giornata a tutti.
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